Fridays For Future, a Empoli polemica coi No Tav: da protesta a parodia?

Fridays For Future
Friday For Future (foto gonews.it)

"Striscioni e simboli che niente hanno a che vedere con l’iniziativa", con queste parole in una nota Friday For Future Empoli ha preso pubblicamente le distanze dai NO TAV presenti alla manifestazione di venerdì scorso a Empoli.  Praticamente l'unica vera rivendicazione politica è finita in un cassetto. Sia chiaro: bene che studenti e società civile vengano mobilitati sul tema dell'ambiente ed è chiaro che l'FFF sia nato anche con un intento di semplice sensibilizzazione, ma o questo movimento diventa grande e affronta problemi reali o il Fridays For Future resta una rappresentazione scenica e troppo rumorosa di un'opera di cui si è visto il film, ma non si è letto il libro.

Dietro il problema climatico c'è quello dei rapporti di produzione, del modello di sviluppo economico, il problema dello sfruttamento delle risorse ambientali, degli equilibri geopolitici, del neocolonialismo. Tutti problemi 'politici', che non si risolvono con qualche hashtag o qualche cartello colorato. Quella piazza, insomma, rischia di diventare una farsa, una protesta generica per un mondo più bello, un atto di accusa senza imputato, una generica rivendicazione di 'qualcosa non so bene cosa', e nel peggiore dei casi una passerella social per farsi qualche selfie.

Fridays For Future Empoli dice che i NO TAV "pur rappresentando certamente idee e movimenti di legittima estrazione" non possono strumentalizzare "l’obiettivo originario" del movimento. Questo "obiettivo originario" sinceramente non è ben chiaro. Il movimento ha certamente una serie di rivendicazioni di cui farsi testimone e nello specifico ha chiesto all'amministrazione comunale di dichiarare l'emergenza climatica e di aderire alla "Dichiarazione per l'adattamento climatico della Green City". Ma senza mettere in dubbio la rilevanza di queste azioni a livello locale, se questi sono gli obiettivi del FFF, allora la pomposità con cui vengono presentate queste iniziative è davvero esagerata. Sono ben altre le grandi battaglie da intraprendere (anche a livello locale) e la sensazione è che si stia soffiando su un muro sapendo di non poterlo far cadere.

Così il tema TAV diventa il metro di giudizio delle aspirazioni del movimento, anche in relazione alla rilevanza politica che riveste questo tema. Si può essere più o meno d'accordo sulla TAV, su cui ognuno può fare le sue considerazioni, ma è palese che quel progetto si inserisce in un modello di sviluppo economico e di consumo di suolo che è opposto alla rivoluzione 'green' invocata nelle piazze. Prendere posizione, e pubblicamente, contro i NO TAV significa voler svuotare di ogni contenuto politico e critico la manifestazione, abbracciare il 'political correct', rendere la manifestazione innocua e 'pop', significa in ultima istanza fare una parodia della protesta con cui gratificare lo spirito rivoluzionario di qualche giovane studente. Il Fridays For Future empolese è stato sostenuto con impegno da PD e Amministrazione comunale (in linea peraltro con le linee del programma del sindaco Brenda Barnini) e forse quella precisazione sui NO TAV era in qualche modo prevedibile; ma oltre le dinamiche politiche locali, il punto è un altro: a Empoli, e non solo qui, si è preferito guardare il dito invece che la luna, si è preferito trasformare una rivendicazione politica in un romanzo sentimentale che piacesse a tutti.

E che esista una contraddizione è palese se guardiamo altrove: ad appena 30 km da Empoli, a Firenze, il Fridays For Future, ha ribaltato la posizione del suo 'fratello gemello'. In una nota la 'cellula' fiorentina del movimento non ha risparmiato bordate al sindaco Dario Nardella accusandolo di incoerenza e di non aver partecipato al corteo, ma di essere solo sceso "velocemente a rilasciare alcune interviste, scattare dei selfie e tornare dentro", poi lo hanno messo di fronte ai fatti politici: "Ecco cosa ci aspettiamo da lui: che dichiari l’emergenza climatica di fatto (e non simbolica), che blocchi le tre grandi opere che tormentano da anni la città (inceneritore, aeroporto e TAV), che disincentivi il ricorso alla plastica ed alle energie fossili, che inizi a mettere in campo politiche realmente rivolte alla salvaguardia dell’ambiente, cominciando, ad esempio, col bandire i pesticidi chimici usati in agricoltura ed impedire il taglio degli alberi. Vogliamo [...] porre fine alla privatizzazione ed alla vendita della terra". Insomma il tono usato dai due movimenti-fratelli è diametralmente opposto, tanto che viene da chiedersi se la manifestazione di Empoli e Firenze fosse stata indetta per il solito motivo.

Il 'caso empolese' è quindi l'esempio di un qualcosa di più grande, la tendenza a sostituire una rivendicazione politica con l'allestimento in piazza di un mercatino di buoni propositi. In termini generali è compito degli organizzatori del Fridays For Future chiarire per cosa si sta manifestando. Questo movimento capillarmente diffuso in tutto il mondo ha un'incredibile potenziale, nonché un capitale umano da spendere in termini politici. Ma la sensazione è che sia più un fenomeno mediatico o social che un atto di mobilitazione. I ragazzi che scendono in piazza devono chiedersi se sono pronti a rinunciare ai vizi e agli eccessi della moderna società globale, se sono pronti a chiedere uno stravolgimento del loro stile di vita e dei modelli politico-economici.

Insomma bisognerebbe prima di tutto essere onesti sugli obiettivi della mobilitazione: il Fridays For Future è un 'atto politico' o solo una sfilata di cartelloni colorati? Col rischio di risultare 'eccessivo', credo che quelle piazze siano piene perché le proteste sono senza rischi e senza colpevoli, si scende in piazza senza ingombranti e pesanti ideologie sulle spalle, brandendo generici e inoffensivi atti di amore verso il pianeta. Tutti si sentono impegnati, ma a costo zero: è la protesta degli ignavi. Ogni reale critica alle istituzioni economiche e politiche viene neutralizzata in una narrazione mitologico-sentimentale del mondo che scende in piazza per salvare la terra. E tutti applaudono.

Giovanni Mennillo

Tutte le notizie di GoBlog