Empoli come Gotham City? I numeri dicono no. L'irregolarità si combatte con l'accoglienza

Quando la realtà e la politica diventano 'avanspettacolo'. Non può essere definito in nessuna altra maniera il servizio dedicato a Empoli andato in onda su Rete4 a 'Stasera Italia', nella quale il comune toscano viene descritto come una sorta di zona di guerra, controllata da un esercito di immigrati dove violenze, rapine, razzie e quant'altro "sono all'ordine del giorno". Un vero e proprio spot per candidare Empoli ad una versione italiana di 'Joker', o forse è solo uno spot politico.

Sul servizio si è già scatenata una polemica tra il sindaco Brenda Barnini e il consigliere Andrea Poggianti che aveva annunciato la sua presenza nel servizio, ma oltre i battibecchi politici che stanno riempendo in queste ore i social, quel che è importante è ristabilire un po' di verità. Il servizio è presentato per raccontare la novella dello stento dell'immigrato cattivo che compie razzie nella piccola e tranquilla città ormai assediata da una vera e propria 'invasione'. Ma dietro le figure di cartapesta con cui si è allestito il palco ci sono fatti e una realtà un po' diversa che non si è voluto approfondire.

Prima di tutto, restando alla scenografia, ci sono evidenti conflitti di interesse nella scelta degli intervistati: Poggianti parla in quanto politico e fin qui va tutto bene, ma ci sembra altamente manipolatorio intervistare presentando come un comune cittadino una candidata della Lega alle ultime elezioni, Chiara Tronnolone. Nell'affresco della Gotham-Empoli non poteva mancare una carrellata di immagini nei pressi di un negozio di prodotti africani in piazza della Vittoria, dove, ma guarda un po', ci sono degli africani che vengono definiti senza troppa premura "un crocevia di immigrati senza fissa dimora, molti dei quali irregolari", ma abbiamo dei dubbi sul fatto che siano stati controllati i documenti di ognuno di loro.

I fatti e i numeri

Ma nel servizio si dicono soprattutto delle cose non vere: si mostra un centro SPRAR, quello di via Verdi, dicendo che "ospita diversi immigrati e diversi di loro sono agli arresti domiciliari". In realtà nel centro vi sono 16 persone e dalla Misericordia, che gestisce la struttura, si fa sapere che nessuno di loro è ai domiciliari, né che ci sono persone con problemi per droga. L'unico caso è di oltre due anni fa e il soggetto fu immediatamente allontanato. I numeri detti sono quindi completamente fuorvianti e mettono anche in cattiva luce le persone che lavorano nel centro e l'associazione che lo gestisce.

Un'altra grande inesattezza è che i richiedenti asilo che erano nei centri Multicons siano stati lasciati liberi di girovagare per le strade: la gestione delle strutture, però, è da tempo in mano al Consorzio L’Arcolaio di Bologna che sta continuando l'attività prima in mano Multicons. Anche qui c'è un vistoso errore di narrazione: già prima che scoppiasse lo scandalo Multicons, infatti, Mugnaini aveva già ceduto il ramo d'azienda sulla gestione dell'accoglienza, dunque quelle persone erano già state reinserite in un nuovo percorso.

È chiara l'intenzione del servizio di dipingere una comunità assediata dagli immigrati. Cerchiamo quindi di quantificare quella che spesso viene definita una 'invasione': dal noto 'Dossier statistico immigrazione 2019' redatto da IDOS, emerge che in Toscana vivono 417.382 immigrati su una popolazione totale di 3,7 milioni. Di questo solo 7.664 di essi vivono in strutture d’accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati (nel 2017 erano 12.755). Poggianti ha ribadito nel video ciò che ha detto più volte in campagna elettorale, quando era candidato sindaco, cioè che a Empoli ci sono "oltre il doppio dei richiedenti asilo rispetto al piano nazionale", facendo riferimento all'accordo siglato nel 2016 tra ANCI e Ministero dell'Interno che aveva fissato la soglia a 2,5 soggetti ogni 1000 abitanti. Ma i dati a cui si riferisce Poggianti andrebbero aggiornati: il consigliere, forse, si riferisce all'ultimo report ufficiale redatto da ANCI Toscana, ma relativo al 2017, periodo nella quale è noto che gli sbarchi e il numero di richiedenti asilo a livello nazionale era molto maggiore. I dati ufficiali della Prefettura forniti dall'Unione dei Comuni dicono che ad oggi ad Empoli vi sono 132 richiedenti asilo tra CAS e SPRAR rispetto ai 176 assegnati dal piano elaborato da Anci: Empoli non solo non ha soggetti in più rispetto a quanto dovuto, ma ne ha addirittura meno. E a dire il vero se anche portassimo le lancette al 2017 la presunta 'invasione' si calcolerebbe in 49 persone in più su un territorio di 48mila abitanti (i richiedenti asilo erano 220). Ognuno la veda come vuole.

Nel lanciare il servizio, dal titolo 'Le falle dell'accoglienza', la conduttrice sentenzia che "se le persone si vogliono accoglierle, poi vanno integrate" presentando il servizio come un'accusa rispetto alla politica d'accoglienza tout court, e giocando sull'ambiguità tra immigrato irregolare e richiedente asilo. Quest'ultimo non è irregolare, i primi sono tali perché fuori dal percorso di integrazione, e forse è proprio questa la 'falla' dell'accoglienza. Ma il servizio si dimentica di dire che quel "crocevia di immigrati irregolari" per la strada è proprio lo scenario che sta disegnando la politica antimigratoria del Ministro Salvini che dell'accoglienza vuole fare carta bruciata: l'entrata in vigore del DL sicurezza, infatti, forza l'uscita di molti richiedenti asilo dai percorsi di accoglienza e integrazione, di conseguenza facilita l'illegalità e la presenza di soggetti irregolari per le strade. Un elemento, questo, che avrebbe potuto essere fatto presente nel servizio, ma che invece si è taciuto.

Sarebbe stato giornalisticamente interessante, ad esempio, citare l'improvviso calo del 39% di coloro che sono nei centri d'accoglienza in Toscana rispetto all'anno precedente, oppure le preoccupazione della Regione che dichiara in una nota che "in Toscana circa 3.500 persone sono uscite in un anno dal sistema dell'accoglienza. Di queste circa 2.000 si stima che siano andate ad ampliare il numero delle persone non riconosciute, esposte certamente al rischio di finire su una strada e in situazioni border-line perché prive della possibilità di potersi permettere almeno i bisogni essenziali". Al momento, al netto del vistoso calo degli sbarchi, è troppo presto per capire le correlazioni tra quel -39% e il DL Sicurezza: nel migliore dei casi i 'fuoriusciti' dall'assistenza sono stati inseriti in percorsi di integrazione autonoma o hanno ottenuto il permesso di soggiorno, nel peggiore si sono riversati per le strade toscane immigrati diventati da un giorno all'altro irregolari e carne da macello per la criminalità. Una cosa è certa: accoglienza e irregolarità/criminalità non solo non sono coincidenti, ma sono una la soluzione dell'altra. Peccato che di tutto ciò non si faccia parola. Impostare il servizio sull'analogia accoglienza-irregolarità-criminalità è un po' pretestuoso, soprattutto nel momento che non si concede nessuno spazio ai tanti progetti di integrazione andati a buon fine che vengono portati avanti da associazioni e cooperative sul territorio.

Ma passiamo quindi al tema che risalta di più: il rapporto tra immigrazione e criminalità, con l'ampliarsi della prima che avrebbe reso Empoli una sorta di Gotham City all'italiana. Ma esiste davvero un problema sicurezza in città?

È difficile reperire i dati precisi a livello così circoscritto come i confini di Empoli. Ma la Prefettura a livello degli undici comuni dell'Unione, ha dato dei dati precisi: i reati nell'Empolese Valdelsa calano dell'8%, e solo i furti in casa aumentano del 19% (di questi i casi di immigrati che provenivano dal percorso di accoglienza si contano sulle dita della mano). Posto che non serve specificare che è disumano fare una categorizzazione razziale dei reati, i numeri dicono che all'aumento (paventato) degli immigrati, i reati nell'Empolese Valdelsa diminuiscono.

La soluzione alla criminalità è l'accoglienza

Nessuno vuole nascondere la testa sotto la sabbia: in generale la microcriminalità vede spesso protagonisti immigrati irregolari e ospiti dei centri di accoglienza. Esiste un giro di spaccio che coinvolge il più delle volte immigrati, durante l'ultimo anno si contano almeno cinque fatti gravi  di violenza avvenuti a Empoli con protagonisti soggetti stranieri e in generale la popolazione carceraria è per quasi la metà costituita da essi.

I dati sulla criminalità straniera, però, andrebbero interpretati con un po' più di razionalità: intanto si tratta per una grande maggioranza di microcriminalità, spesso spaccio o violenza dovuta a ubriachezza. Da qui una considerazione: a patto che non si voglia fare quella funesta categorizzazione razziale del reato (se così è lo si dica chiaramente e ci si faccia carico della responsabilità morale e politica), gli immigrati commettono più reati minori perché sono oggi la classe sociale più bassa, quella dove è più facile delinquere, quella dove non si ha niente da perdere, quella dove spacciare è più facile che trovare un contratto che nessuno vuole farti. La 'linea del colore' non esiste, tra noi e loro c'è soprattutto una linea sociale. Questo non giustifica chi compie crimini, ci mancherebbe, ma contro questo fenomeno, invece che additare l'uomo nero e denigrare il sistema dell'accoglienza, bisognerebbe cercare di mettere una toppa alle inefficienze e potenziarne l'azione, non delegittimarlo e presentarlo come il male assoluto che distrugge il quieto vivere delle piccole comunità urbane. La soluzione all'irregolarità e alla criminalità, quindi, è proprio l'accoglienza.

Nessuno mette in dubbio che Empoli stia cambiando, che ci siano episodi di criminalità non più accettabili come quello mostrato nel servizio, che servano più uomini di polizia e meglio attrezzati, messi cioè in grado di lavorare bene, e che contro chi commette reati, nero o verde che sia, servono pene certe. Nessuno, inoltre, mette in dubbio che se esiste una percezione di insicurezza sia compito della politica intervenire anche qualora sia solo una percezione della cittadinanza, perché quella percezione influisce sulla qualità della vita. Ma descrivere Empoli come un far west è obiettivamente una menzogna. Il punto è sempre il solito: ci sentiamo insicuri perché aumenta la criminalità o perché ci dicono che sta aumentando? Dopo il servizio di ieri, qualche dubbio resta.

Giovanni Mennillo

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