
Con Eugenio Giani candidato alla presidenza della Regione, il PD sceglie di accelerare sulla coerenza. Tutto quanto fatto (o non fatto) in questi anni verrà continuato, anzi accelerato. Ce lo dicono le posizioni politiche che quel nome esprime: poteri forti, cemento, privatizzazioni, grandi opere, che saranno l’architrave di quella proposta politica. È del tutto evidente che chi si nascondeva dietro la scelta del nome per invocare discontinuità adesso non avrà alibi. Perché il problema non è il nome, ma il disegno politico complessivo per la Toscana: avanti sull’aeroporto di Firenze, sulla Tav, sulla privatizzazione della sanità, sugli inceneritori, sulla dequalificazione del lavoro e sulla contrazione dell’occupazione. Un modello di sviluppo vecchio di cinquant’anni che non solo verrà riproposto ma che sarà considerato un fiore all’occhiello da portare a termine, nella logica del “one man show” e del decisionismo di craxiana memoria.
La scelta di Giani fa chiarezza. Chiarisce che è necessaria un’alternativa che metta al centro il bene di tutte e tutti e non di pochi, il lavoro buono e di qualità, il rilancio della sanità pubblica e universalistica, opere diffuse e necessarie di manutenzione del territori e non le solite proposte faraoniche, devastanti, inutili e dannose. Insomma il futuro. Solo così si fa l’interesse generale e si ferma quella destra che è “l’originale” su tale profilo politico, mentre il cosiddetto centro sinistra tenta anche con quel nome di fare la brutta copia – e in quanto tale perdente – sullo stesso terreno. Noi – in vista delle prossime elezioni regionali - siamo impegnati nella costruzione dell’alternativa a tutto questo, che speriamo e sappiamo essere non solo potenzialmente ampia, ma soprattutto urgente e necessaria. Il ritorno al passato lo lasciamo a Giani e a chi lo sosterrà.
Segreteria regionale Rifondazione Comunista - Toscana
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