
Grande accoglienza è stata riservata a Sua Eminenza il Cardinal Ernest Simoni, nella parrocchia di Santo Stefano a Capraia, che per la prima volta visitava il Comune di Capraia e Limite. Ad accoglierlo il Proposto, Don Wieslaw Pudlo, che, nel suo saluto iniziale l’ha ringraziato commosso. Don Wislaw ha affermato che, da molti anni la collina di Capraia Fiorentina, che si affaccia sulle rive dell'Arno, non aveva beneficiato della visita di un Porporato. Presenti le autorità civili e militari. Alessandro Giunti, Sindaco ha salutato calorosamente il Cardinal Ernest Simoni.
Ad animare la concelebrazione eucaristica, presieduta dal Porporato albanese, ed a cui hanno preso parte lo stesso Don Wieslaw Pudlo, Don Angelo Gorini, e Padre Francesco, della Comunità dei Sacramentini di Lecceto, la Corale parrocchiale di Santo Stefano a Capraia. Profonda l’omelia del Cardinal Simoni. Egli, prendendo come riferimento la tela che rappresenta il martirio di Santo Stefano, custodita sull'altar maggiore della Propositura di Capraia, ha esortato i fedeli a seguire con Fede il Signore.
Al termine della celebrazione eucaristica, il Segretario del Cardinale, il Cavalier Vieri Lascialfari, prendendo la parola per una breve biografia, ha fatto riferimento all’effige della Madonna del Buon Consiglio, presente nella Propositura di Santo Stefano, rilevando che Essa è la patrona di Albania, dove nella notte di Natale del 1963, fu arrestato l’allora don Ernest Simoni, dai responsabili del regime comunista. Era stato accusato di aver celebrato delle Sante Messe in suffragio dell’anima del Presidente degli Stati Uniti d’America, John Fizgerald Kennedy. Ma dopo quasi trenta anni di torture e lavori forzati, fu liberato e la dittatura comunista albanese si frantumò. Nel 1991 Don Ernest Simoni, come sopravvissuto al regime comunista incontrò Papa Giovanni Paolo II. Ad ogni fedele e stata donata un’immaginetta con sul retro lo stemma del Cardinale dove è riportata l'Aquila di Albania, terra di origine, il giglio di Firenze, Diocesi adottiva, la stella a sette punte di Maria Santissima, e la catena a ricordo della prigionia subita che non è congiunta, ma spezzata dalla croce vittoriosa di Cristo.
Emanuele Piccini
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