La cerimonia del tè arriva alla sede di Questa è Empoli

La sede dell’associazione culturale Questa è Empoli ospiterà venerdì 31 gennaio, a partire dalle ore 18:00, un tè interculturale. La cerimonia del tè è in molte tradizioni un momento di grande condivisione e integrazione. Un momento nel quale il padrone di casa apre le porte della propria dimora e, più profondamente, si mette a disposizione dell’ospite, delle sue necessità ed esigenze. Un momento in cui condividere idee e scambiare opinioni. Un momento dove dare vita alla cooperazione e all’integrazione. Da qui deriva l’idea dell’associazione di realizzare una vera e propria cerimonia del tè volta allo scambio culturale, all’integrazione e all’accoglienza, intesa anche come arte.

«Crediamo che la parola Ospitare sia bellissima - commenta il presidente dell’associazione, Marco Castellari - accogliere gli ospiti e invitarli a entrare in casa propria è un gesto di gentilezza, educazione, ma anche di solidarietà e vicinanza. Anche alla luce dei recenti episodi di intolleranza a sfondo razzista ci sembra doveroso dare un segnale per conoscere le tradizioni dei cittadini che provengono da altri Paesi».
In italiano la parola ospite è usata sia per indicare la persona che accoglie sia quella che entra nella casa. Deriva dal latino hospes, che aveva già il doppio significato di ‘colui che ospita, albergatore’ e di ‘colui che è ospitato, forestiero’. Il significato proviene da un contesto storico e culturale in cui i rapporti che si instauravano tra chi accoglieva e chi era accolto erano così stretti e vincolanti da generare un rapporto di reciprocità, un patto di ospitalità profondo e sacro che rendeva i due ruoli di ospitante e ospitato intercambiabili, tanto da essere identificati dallo stesso termine. Come dicevano i Greci: “L’ospite che bussa alla nostra porta potrebbe essere Zeus sotto mentite spoglie”.

«Non molti sanno che anche in Marocco il tè è protagonista di una cerimonia piuttosto importante. La cerimonia in Marocco prende il nome di Atay Naa Naa e rappresenta l’espressione più raffinata dell’ospitalità - continua Castellari - l'ospite assaggia e zucchera direttamente la tazza e aggiunge una menta fresca marocchina chiamata Naa Naa. Le tazze vengono preparate due alla volta e, in ognuna, il padrone di casa mette un pizzico di tè verde e aggiunge una tazza di acqua bollente. Dopodiché versa in un bicchiere che tiene da parte quella che viene chiamata “l’anima” del tè”, in arabo “errouh”, e versa di nuovo acqua bollente nella teiera risciacquando rapidamente le foglie per eliminare l’amaro. Il tè viene lasciato in infusione per qualche minuto, dopodiché si agita il tutto e lo si versa nuovamente nella teiera. La spettacolarità risiede nel fatto che il tè viene versato da una altezza di 40 cm e viene poi servito con frutta secca».

Durante quest’occasione, la sede dell’associazione ospiterà anche un mini corso di arabo con le parole del benvenuto e dell’ospitalità, così come un cooking show su come preparare la frutta secca in accompagnamento al tè.

Fonte: Questa è Empoli

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