
Ci sarà anche la voce delle vittime delle stragi nazifasciste, quella di coloro, tanti, che da più di 75 anni aspettano giustizia, alla cerimonia di apertura dell'anno giudiziario presso la Corte di Appello di Firenze, in programma per sabato 1 febbraio. La richiesta, avanzata dalle vittime e da familiari delle stragi del Padule di Fucecchio, Fivizzano, dall’Associazione vittime eccidi nazifascisti di Grizzana Marzabotto Monzuno, dall’Associazione Familiari dei martiri della strage nazista di Sant'Anna di Stazzema e da familiari dei soldati caduti a Cefalonia, di intervenire a un evento che si pone lo scopo di diventare “un momento di dibattito pubblico sulla situazione dell’amministrazione della giustizia” è stata accolta.
Sull’amministrazione della giustizia hanno molto da dire persone, cittadini italiani, che hanno perso, a causa dei crimini di guerra perpetrati dall’esercito tedesco dal 1943 al 1945, gli affetti più cari: padri, madri, sorelline, fratellini, altri parenti; tutti massacrati senza pietà, talvolta come semplici civili, altre come militari inermi che avevano ormai deposto le armi.
Dopo la Seconda guerra mondiale sono stati svolti pochi processi penali, e dagli anni Cinquanta sono rimasti in carcere solo due nazisti. Dagli anni Novanta sono stati celebrati altri processi, ma i colpevoli sono rimasti indisturbati in Germania. La giustizia penale su questi crimini è ormai una battaglia persa.
La giustizia civile, invece, per la realizzazione dei risarcimenti, è una questione aperta e ha un obiettivo necessario e raggiungibile, perché lo Stato tedesco è responsabile per quanto commesso dai suoi militari e funzionari.
L’autorità giudiziaria italiana ha detto e ripete che i cittadini hanno veri diritti, azionabili nei confronti della Germania. È stata molto importante la pronuncia nel caso Ferrini (Cass. Ss.Uu. 6 novembre 2003, dep. 11 marzo 2004, n. 5044). Nel 2008 Berlino si è rivolta alla Corte internazionale di giustizia, all’Aia, che nel 2012 ha tenuto indenne lo Stato tedesco da ogni condanna patrimoniale. Ma nel 2014 è intervenuta la Corte costituzionale: la decisione dell’Aia non ha effetto in Italia perché è contraria alla Costituzione. Questo provvedimento coraggioso ha ricevuto notorietà mondiale e il plauso dei migliori giuristi.
In punto di diritto, la possibilità di condannare la Germania è certa, quella di eseguire la sentenza anche. Ma restano serie difficoltà. La magistratura sembra essere sulla strada giusta, ma altri poteri dello Stato sembrano lasciarla senza l’indispensabile sostegno.
Nel 2018 il Presidente della Repubblica, per il Giorno della memoria, ha fatto riferimento più volte ai giuristi. Il Presidente Mattarella ha denunciato insistentemente l’indifferenza e ha ricordato «la complicità di organismi dello Stato, di intellettuali, giuristi, magistrati». Quell’intervento sullo sterminio degli ebrei, che chiede dirittura e coerenza al mondo giuridico, impartisce insegnamenti che riguardano tutti i crimini nazifascisti.
Il lavoro dei giuristi è sempre più importante. In questo caso, poi, si tratta dei crimini che hanno tentato di ostacolare la Liberazione, mentre su questa si fondano la democrazia, la Costituzione e la Repubblica; cioè, come è scritto nella delibera del Csm nell’invito a richiedere di partecipare al dibattito, anche la «società civile» di cui siamo parte.
A nome delle vittime parlerà il professore Lido Lazzerini, da bambino scampato alla strage di Mommio, Fivizzano, nella quale ha perso il padre e lo zio.
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