
"Pensare che nel 2020 che il consiglio comunale di Firenze possa approvare una mozione, portata avanti da una forza di estrema sinistra, che addirittura prende le distanze dalla risoluzione Europea, votata anche dei Deputati del Partito Democratico, che equipara il regime comunista a quello nazista e fascista, lascia basiti.
Addirittura i consiglieri di questa lista di sinistra si permettono di dire che:"Il Parlamento europeo ha votato un atto con leggerezza, equiparando di fatto nazismo, fascismo e comunismo".
Il non voler riconoscere che l'ideologia comunista è stata responsabile di orrendi massacri, quali i gulag, quali le Foibe, quali la follia del regime criminale di Pol Pot in Cambogia; il non voler ammettere, il carattere totalitario, anti liberale ed anti libertario di quel Partito Comunista Italiano che giustificava l'intervento sovietico in Ungheria, che ha sempre tenuto un atteggiamento ambiguo sul riconoscimento e la ferma condanna del trattamento disumano verso i prigionieri di guerra italiani nei campi dell'Unione Sovietica e che ha sistematicamente auspicato l'inserimento del nostro paese nella sfera di influenza di una dittatura che soggiogava l'est Europa, è l'indice di quanto il vero pericolo per la democrazia in Italia oggi sia da identificare in tutti coloro quali i continuano ad avere nostalgia di quell'ideologia comunista maledetta e sconfitta dalla storia". Dichiara il segretario provinciale della Lega Alessandro Scipioni insieme a tutto il gruppo consiliare Fiorentino.
"Che sia poi il consiglio comunale di Firenze ad approvare a maggioranza un ignobile documento come questo, lascia una profonda amarezza e sconcerto, alla luce del fatto che quello stesso consiglio comunale ha bocciato la nostra risoluzione in favore del riconoscimento di Gerusalemme come capitale dello Stato di Israele. Questi atti credo che simboleggino assai bene la cultura che ispira la maggioranza a Firenze, ossia quella del negazionismo ideologico, dell'ignoranza contro la ragione. Basti pensare che ci sono voluti 34 anni per dedicare una piazza ad un sindaco ucciso dalle Brigate Rosse, e vent'anni per scrivere sulla lapide che era stato proprio questo gruppo terroristico ad ucciderlo. I maliziosi potrebbero pensare che nella cultura di taluni amministratori chi uccide in nome di un'ideologia ritenuta buona, in fondo non si possa condannare del tutto. Qualcuno diceva che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca".
Fonte: Ufficio stampa
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