Cadaveri nelle valigie, Elona Kalesha resta in carcere e proseguono le indagini

Il silenzio e la facoltà di non rispondere avrebbero pesato nella decisione del gip di tenere in carcere Elona Kalesha, fermata con l'accusa di aver ucciso cinque anni fa presumibilmente con dei complici, i coniugi Shpetim e Teuta Pasho.

I resti della coppia, 54 e 52 anni entrambi scomparsi nel novembre 2015, sono stati ritrovati in quattro valigie abbandonate a Firenze, tra il 10 e il 16 dicembre 2020.

Nell'ordinanza di custodia cautelare, emessa dopo l'udienza di convalida del fermo della donna tenutasi per la vigilia di Natale, il gip Angelo Antonio Pezzuti rileva come il fatto che la 36enne si sia avvalsa della facoltà di non rispondere abbia pesato, in quanto "non ha prospettato alcuna valida diversa ricostruzione degli accadimenti". Ritenuta inoltre dal gip di Firenze, una donna pericolosa che potrebbe commettere nuovi reati, scappare e inquinare le prove. Nella necessità di tenere in carcere la donna, c'è anche la "peculiarità della condotta" in quanto avrebbe ucciso "presumibilmente in concorso con altre persone" i coniugi, procedendo al sezionamento dei cadaveri e a portarli fuori dall'appartamento. Modalità che "denotano una particolare intensità del dolo e fanno ritenere sussistente il pericolo che la 36enne possa nuovamente commettere reati della stessa natura".

Tra gli elementi indiziari a carico della donna c'è il fatto che marito e moglie dormirono l'ultima notte prima della loro scomparsa, il 2 novembre 2015, nella casa in via Fontana a Firenze, affittata da Elona Kalesha, allora fidanzata col figlio dei coniugi. La donna lasciò la casa tre giorni dopo, senza mai ritirare la caparra e una valigia con effetti personali.

Inoltre c'è anche la testimonianza di alcuni vicini, che all'epoca avvertirono un forte odore provenire da quella che è ritenuta la casa dove sarebbe avvenuto il delitto dei coniugi, oltre al ricordo di aver visto una donna uscire dall'appartamento con buste che emanavano odore come di carne avariata e che perdevano un liquido tipo sangue.

Infine è presente anche il fatto che la 36enne nascose alle due figlie della coppia che i loro genitori avevano dormito in via Fontana, inducendo all'epoca una delle due a mentire su dove fossero stati la notte tra il 1 e il 2 novembre 2015.

I carabinieri, coordinati dal pm Ornella Galeotti, stanno indagando per capire il movente e le indagini proseguono anche sulla scia di presunti complici nell'omicidio. Sarebbero almeno due le persone che potrebbero aver aiutato la 36enne, a sezionare e disfarsi dei cadaveri dei coniugi Pasho.

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