Cadaveri nelle valigie, il riesame si riserva sulla scarcerazione di Kalesha

Ci sono novità sul caso dei coniugi Pasho. Al termine dell'udienza di stamani il tribunale del riesame di Firenze si è riservato la decisione sull'istanza di scarcerazione di Elona Kalesha. La donna, 36enne di origini albanesi, si trova in carcere a Sollicciano da dicembre. È accusata di duplice omicidio, occultamento e vilipendio dei cadaveri dei coniugi dell'ex fidanzato, scomparsi nel 2015 e ritrovati nel 2020 in alcune valigie a Firenze.

Il collegio ha recepito le argomentazioni del pm e dei difensori. Secondo quanto emerge il pm avrebbe prodotto nuovi documenti processuali oltre quelli già noti alle parti, fra cui telefonate intercettate a Kalesha a dicembre, prima della carcerazione cautelare disposta dal gip. Si tratta di conversazioni con gli avvocati. Kalesha non sapeva di di essere indagata ma chiedeva informazioni legali, con particolare attenzione alle possibili impronte digitali.

Sempre in udienza la difesa avrebbe invece evidenziato l'assenza di prove e indizi tali da motivare la carcerazione di Kalesha.

I difensori della donna hanno messo in evidenza dei dubbi. Su tutti il fatto che gli abitanti dello stabile di via Fontana Firenze non avessero identificato Kalesha come la ragazza vista trasportare le famose valigie. Inoltre, sempre per i difensori, "quanto alle accuse di occultamento e vilipendio dei cadaveri, è dubitabile che lei, alta appena 1,61 metri, abbia potuto agire, per di più da sola, con tali esiti".

La difesa ha portato all'attenzione anche le dichiarazioni di Vitore Pasho, una delle figlie dei coniugi uccisi. Nel 2015, in piena fase di ricerca dei Pasho, riferì che dal cellulare del padre intercorsero telefonate fino alle 19.32 del 2 novembre 2015. Non c'è ancora esattezza sulle date di scomparsa della coppia, attualmente quella di riferimento rimane l'1 novembre 2015. I giudici si sono riservati e la loro decisione è attesa ad ore.



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