Uccelli e animali selvatici feriti, cosa fare? risponde la Lipu

Ricorderete sicuramente la storia che abbiamo raccontato qualche giorno fa, che vedeva protagonista una femmina di Storno, raccolta dopo essere caduta dal nido e di ritorno ogni giorno nonostante la libertà acquistata, dal ragazzo che l'aveva soccorsa. Se non la ricordate, potete leggerla Qui.

La vicenda ha riscosso molta attenzione e centinaia di commenti da parte dei lettori, che hanno vissuto un'esperienza simile, aiutando un volatile in difficoltà. Oggi torniamo sull'argomento, per chiarire come e quando intervenire, tramite informazioni raccolte dalla Lipu, Lega Italiana Protezione Uccelli. L'associazione per la conservazione della natura, tutela della biodiversità e promozione della cultura ecologica in Italia, ha sede in Toscana a Livorno con il centro di recupero e a Massaciuccoli e Santa Luce con le Oasi.

Uccellino a terra, o altri animali selvatici feriti, cosa fare?

La Lipu, che ogni hanno conta decine di migliaia di animali soccorsi o ricoverati in tutta Italia, ha recentemente lanciato 'animaliferiti.lipu.it' la webApp a disposizione delle persone che trovano un animale selvatico in difficoltà e desiderano prestare soccorso. Il sito, consultabile anche dal Qr code di seguito, oltre a fornire risposte alle domande più frequenti e a sciogliere dubbi se intervenire o meno su un animale ritrovato, fornisce anche un elenco dei centri di recupero fauna selvatica, e il più vicino da raggiungere.

"Il soccorso della fauna selvatica è una prova della grande sensibilità degli italiani ma al tempo stesso una materia complicata e impegnativa, tra informazioni carenti, amministrazioni non sempre presenti e una normativa che va migliorata" scrive l'associazione. "Per questo l’impegno della Lipu crescerà, anche con il nuovo portale informativo per tutti i cittadini".

Se è dunque vero che a livello umano ed emozionale, raccogliere un piccolo volatile in difficoltà è il primo istinto, non è sempre corretto come spiega la Lipu.

"Quando si tratta di selvatici bisogna tener conto di alcune caratteristiche del 'pullo' - che a differenza del 'pulcino' già abile a muoversi e nutrirsi autonomamente, è "prole inetta" bisognosa di cure da parte dei genitori - ad esempio in mancanza di piumaggio o in presenza di occhi chiusi".

I nidiacei devono stare nel nido fino a che non arriva lo svezzamento a terra. Dunque, spiega la Lipu, "se troviamo per terra un piccolo non ferito, che zampetta e si muove tranquillamente senza volare, vuol dire che è nella fase dello svezzamento a terra dopo la prima prova di volo, che può durare anche alcuni giorni dipende dalla specie. In quel momento il giovane deve imparare a volare da terra, ed è molto importante che ci resti. Noi non vediamo la madre perché si trova nei paraggi e continua ad osservarlo da lontano, si avvicina solo per dargli da mangiare. Questo rappresenta la prima fase dell'autonomia e presto le loro strade si divideranno, diventerà adulto e a sua volta insegnerà a dei pulli".

Dunque, nonostante la propensione di molti esseri umani nel voler aiutare questi piccoli, dalla Lipu viene sottolineato che "è importante non farlo se sta bene, non è ferito e non presenta alcun sintomo. Non dobbiamo interferire nel loro istinto selvatico, che gli consentirà di procacciarsi autonomamente il cibo e sopravvivere". Nel caso in cui si trovi in pericolo, magari in mezzo alla strada, ma sempre in buone condizioni di salute (zampetta, c'è il piumaggio) può essere spostato per evitare rischi ma entro 50 metri, raccomanda la Lipu, e nel caso sotto una siepe, in modo che la madre possa ritrovarlo.

Quando intervenire?

Se si tratta di un animale selvatico, la webApp risponde passo passo e indica come comportarsi. La detenzione di animali selvatici da parte dei privati è vietata dalla legge, spiega la Lipu, se non per un limitatissimo periodo.

Per rimanere nel caso degli uccelli (il sito risponde anche ai casi di mammiferi, anfibi o rettili):
Se ha le piume, nella maggior parte dei casi non va raccolto. Come spiegato in precedenza sono nella fase della vita in cui sono seguiti dai genitori a distanza, per la loro autonomia;
Se non ha le piume: se il nido è accessibile, la cosa migliore da fare è riposizionarlo nel nido. Se il nido non è accessibile, "ha bisogno di te" spiega la webApp, indicando come raccoglierlo e tenerlo al caldo in un comodo "nido" fai da te. In ogni caso, ricorda la Lega Italiana Protezione Uccelli, la consegna tempestiva ad un Centro Recupero fauna selvatica è il miglior aiuto e deve avvenire entro 24 ore.

Dopo aver ricevuto le cure, sarà rimesso in libertà. "Consigliamo sempre - conclude la Lipu - da marzo a settembre di non lasciare da mangiare fuori agli animali, perché nel periodo della riproduzione le madri devono insegnare ai piccoli a procacciarsi il cibo".

La storia che abbiamo raccontato e che ha toccato il cuore di molti per il gesto di generosità, è una storia (come molte altre) nata dalla buona fede e dall'altruismo verso il prossimo, che riguardava in questo caso un 'pullo' privo di piume, trovato a terra con nido inaccessibile, e dunque bisognoso di attenzioni ma lasciato sempre in condizioni di volare e riacquistare la libertà, come è successo. Ma per valutare meglio ogni singola situazione, gonews.it è tornato sul tema per offrire informazioni precise su come comportarsi in questi casi, proprio perché abbiamo riscontrato come non siano sufficientemente alla conoscenza di tutti.

Sul sito della Lipu queste ed altre informazioni utili, Qui l'SOS animali selvatici feriti o in difficoltà con i numeri utili dalla Regione Toscana.



Tutte le notizie di Toscana

<< Indietro

torna a inizio pagina