"Non fermate le indagini": il grido da Castelfiorentino per Adelaida

Continua la battaglia di Dritan Pasho, a distanza da un anno della morte della figlia, Adelaida, che il 10 novembre del 2022 è stata trovata morta nei pressi dei binari vicino al ponte Falcone e Borsellino, a due passi dalla stazione ferroviaria di Castelfiorentino.

È lì che nel tardo pomeriggio di giovedì 23 novembre, amici e conoscenti si sono ritrovati nel punto della morte di Adelaida, insieme a Dritan per supportarlo nel suo appello a non procedere con l'archiviazione del caso e per lasciare dei fiori in ricordo della diciottenne. C'era anche il primo cittadino castellano, Alessio Falorni, che non si sente "soddisfatto né sereno" in merito alla strada che il caso ha preso.

Secondo Dritan, quello di Adelaida non è un suicidio.

Troppe le cose che non tornano, secondo Dritan, che lancia un appello a chi ha visto, per farsi avanti.

La famiglia, attraverso Elisa Baldocci, legale di Pasho, ha depositato l'opposizione all'archiviazione con una serie di osservazioni sui dettagli che non convincono appieno il padre di Adelaida: non sono state sentite, per esempio, molte persone vicine alla ragazza, che sarebbero in grado di fornire informazioni utili; la ragazza è stata colpita dall'ultima carrozza, facendo presupporre che Adelaida sia stata spinta o comunque indotta a cadere sotto il convoglio; pur essendoci le telecamere nella zona dell'accaduto, non sono state rilevate le registrazioni del circuito chiuso.

E ancora il cellulare: il dispositivo non si trova, ma sempre secondo Dritan e la sua legale ci sono dei messaggi di aiuto di Adelaida che risalgono a poco prima della sua morte. Messaggi relativi alla sua relazione affettiva con un'altra persona, che potrebbe aver avuto un ruolo di rilievo mai indagato fino in fondo dalle forze dell'ordine.

Si possono ravvisare altri tipi di reato, che esulano dall'omicidio, ma che comunque, secondo Baldocci, potrebbero essere considerati validi perché il pm torni sui propri passi e riveda la decisione che ha portato alla richiesta di archiviazione.

Infine il rammarico di Dritan sulle modalità con cui ha saputo della morte della figlia: "Abbiamo saputo grazie a dei conoscenti che la ragazza era Adelaida - protesta l'uomo - e non siamo stati ascoltati dalle forze dell'ordine, abbastanza da poter fornire ulteriori dettagli su ciò che girava intorno ad Adelaida".

Christian Santini



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