Domenica 17 dicembre si è tenuto a Viareggio il VI Congresso dei Giovani Democratici della Toscana. Filippo Giomini, segretario e Carolina Farneti, presidente, raccolgono il testimone da Samuele Borrini e Marta Logli in un percorso unitario. "Siamo un esempio per il Partito "dei grandi". Questo congresso unitario è stato un naturale percorso costruito su proposte e un metodo che ha richiesto fatica ma che ha dato i suoi risultati. Nei GD le battaglie che provengono dai territori sono battaglie di tutte e di tutti. Non per questo la proposta politica è al ribasso, ma sempre una posizione avanzata sintesi delle differenze".
"Lo schema che ci viene proposto del "se ci credi puoi farlo" non è valido - affermano i Giovani Democratici della Toscana - ma la nostra generazione è pronta ad uscire dal "deve esserci un mondo migliore" per lanciare il messaggio per cui siamo pronti a costruirlo". "Serve un salto di qualità su tanti aspetti della proposta politica progressista, anche in Toscana - si legge nella mozione approvata dal nome "Qualcosa che manca" - La nostra generazione è intrappolata nel presente, non riesce a immaginare un futuro. Questo perché non è più possibile ribaltare le condizioni di partenza di ciascuno. Se nasci in una determinata condizione economica, personale o di contesto sei costretto a rinunciare al miglior futuro che potresti costruire, oppure a non scoprirlo mai". Ma non è il solo problema. "Adesso abbiamo bisogno di costruire una proposta politica trascinante sul nostro domani, che riavvicini i giovani, la politica e la sinistra". La paura prevalente fra i giovani è quella del futuro.
"Questa verità ci fa male, ma non ci sorprendiamo più purtroppo - dicono Filippo Giomini e Carolina Farneti, i nuovi segretario e presidente dei Giovani Democratici della Toscana - Siamo la prima generazione dal dopoguerra ad oggi che ha di fronte a sé un futuro peggiore del presente. Questa è la battaglia identitaria della nostra generazione e dei Giovani Democratici a tutti i livelli. Serve che se ne parli ovunque, è una battaglia culturale".
"Certo - attaccano Giomini e Farneti - il Governo Meloni ascolta la questione generazionale. Come del resto non sono priorità le enormi sofferenze di questo paese e della nostra generazione. Si voltano dall’altra parte come sul tema affitti, sul caro vita, sulle povertà, sui diritti civili, sulla salute mentale e sui cambiamenti climatici".
"La Regione Toscana invece - continuano nell’analisi Giomini e Farneti - sta procedendo spedita su questioni importanti: dal progetto GiovaniSì, alla misura "Nidi Gratis", fino allo psicologo di base. Procede anche l’interlocuzione con l’Assessora Nardini per presentare la migliore riforma possibile in materia di tirocini extracurriculari. Siamo contenti, ma ci sono questioni nuove. Siamo pronti a fare da ponte fra l’amministrazione regionale e la capacità di immaginare un mondo nuovo proprio della nostra generazione".
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