Primarie Pd San Miniato, dal dibattito le frizioni interne al partito. "CambiaMenti? Parliamo ai loro elettori e ai 5Stelle"

Il dibattito di ieri a Ponte a Egola tra i due candidati alle primarie Pd di San Miniato (il sindaco uscente Simone Giglioli e l'ex segretario Vincenzo Mastroianni) è stata l'occasione di confronto per mostrare di fronte a un vasto pubblico le proposte per la San Miniato di domani in vista del voto di domenica 10 marzo.

Ma al di là delle questioni di programma, su cui ogni simpatizzante o elettore valuterà per la preferenza del candidato, quanto è emerso tra le righe, nemmeno troppo velatamente, mostra il percorso che ha portato a delle consultazioni di partito potenzialmente divisive, mandando un sindaco al primo mandato al confronto con il segretario uscente (poi dimessosi). Un corto-circuito che, se non ci fossero stati intoppi, non sarebbe esistito: Giglioli avrebbe visto l'appoggio del partito e via andare. Così non è stato.

I contrari a Giglioli

Il fronte che si è coalizzato per Mastroianni, tra cui chi ha preso la parola nel confronto per formulare domande come il presidente del Consiglio comunale Vittorio Gasparri, il consigliere comunale Alessio Spadoni e Aurelio Cupelli, ha mostrato quelle che erano le crepe sorte nel rapporto tra Pd locale e amministrazione Giglioli.

"Non si può andare contro al partito in pubblico, dovevamo confrontarci in riunioni come questa", afferma Spadoni ripercorrendo i 5 anni tumultuosi in Consiglio comunale. Due le vicende su cui Spadoni si è espresso in modo contrario alla giunta: la tensostruttura del campo sportivo a San Miniato Basso, cambiata poi in corso d'opera anche dopo la sua contrarietà, e gli investimenti sul campo sportivo di San Miniato Basso, dove mancano 400mila euro e dove, secondo Spadoni, il Comune avrebbe dovuto investire "senza vergogna e senza paura". A questa ultima questione, il sindaco ha replicato che a primavera verrà presa la decisione sugli investimenti mancanti, cercando di coinvolgere la società sportiva che lì gioca proprio per avere un contributo e una responsabilità maggiore.

Gasparri, nel suo lungo intervento, ha sottolineato che a giugno "sia io che Mastroianni eravamo a favore di una ricandidatura di Simone Giglioli", a patto di qualche correttivo. Correttivo che sembra non essere arrivato, con una rimodulazione della giunta che non ha soddisfatto le aspettative. "Nelle consultazioni interne sul giudizio all'operato la maggioranza ha espresso un giudizio articolato, non tutti hanno avuto un giudizio negativo, alcuni invece al 100%. Poi all'esterno c'è stato un giudizio negativo". Gasparri racconta poi che, nel dietro le quinte, "prima di Mastroianni sono stati 4 i soggetti consultati e che hanno negato" di voler partecipare alle primarie o quantomeno di proporsi come alternativa a Giglioli.

Cupelli invece ha rimarcato che il partito "si lamentava di una certa situazione", chiedendo al sindaco come si sarebbe comportato di fronte alle varie assemblee dem. Il sindaco in carica ha risposto: "La mia storia è nel partito, figuriamoci se non ho un dialogo con il partito proprio perché ci sono stato anche all'interno anche da segreatrio. Abbiamo avuto un rapporto dialettico e di reciproche responsabilità".

Questione alleanze

Sulla questione primarie e sul dibattito di ieri c'è stato un attacco reciproco, seppur garbato nei toni e nei modi, tra Mastroianni e Giglioli. Il primo ha affermato che non avrebbe voluto fare il dibattito: "Viste le conseguenze devastanti del dibattito tra Gabbanini e Romagnoli nel 2009, mi sono opposto fermamente. Ma il candidato Simone Giglioli si è appellato al regolamento delle primarie, chiedendo la mia estromissione dalle primarie, per questo sono stato costretto al dibattito, che ritengo dannoso per sostanza e per l'immagine del partito. Sia chiaro che le primarie le ha chieste Simone Giglioli, c'è un verbale che lo attesta". Ciononostante, "io e Simone non siamo nemici, facciamo parte della stessa famiglia politica".

Giglioli ha replicato: "Le primarie non le ho volute io, sono il sindaco uscente, lo prevede lo statuto. Secondo me è un errore, ora è il momento di fare altro, pensare al programma di governo, alle alleanze e alla squadra. Da segretario di partito a febbraio 2019 stavamo facendo altro. Gli altri si organizzano e vanno avanti, ho visto il candidato di Vita Nova che non conoscevo" presentato in conferenza stampa.

E proprio sulle alleanze c'è stato un dibattito importante. La domanda l'ha rivolta Spadoni, chiedendo come si deve comportare il Pd di fronte a una forza politica come CambiaMenti. "Dietro a CambiaMenti ci sono tante persone che ci hanno fatto scontare errori del passato, non possiamo identificarle in un persona (Manola Guazzini, capogruppo in Consiglio comunale, NdR) che tante volte i temi li ha portati all'attenzione del Consiglio".

Qui i candidati hanno concordato nel voler parlare all'elettorato di CambiaMenti. Giglioli: "CambiaMenti ha preso un'altra strada, un conto è il movimento politico, ma a me interessano gli elettori. Penso che si debba andarae a parlare anche con loro, e anche con gli elettori del M5S. Un conto è fare questo, un altro è parlare di alleanze organiche". Mastroianni è entrato più nel dettaglio: "Per ora l'alleanza naturale è con i Riformisti, naturalmente Italia Viva, e poi dovremo contattare tutte le forze della famiglia del centrosinistra come la sinistra cosiddetta "radicale". Una parte consistente di CambiaMenti è una parte della famiglia della sinistra. Mi piace fare una cosa alla volta, ora pensiamo alle primarie, da lunedì pensiamo anche alle altre forze che potranno sostenerci".

Nelle conclusioni, si è richiamato il partito all'unità all'indomani delle consultazioni interne: "Chiunque sarà il vincitore, la comunità lavorerà per l'unità del partito e per una proposta convincente per vincere a San Miniato", ha commentato Oreste Sabatino, segretario provinciale Pd.

Elia Billero



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