Bannini (FdI) sugli affitti turistici brevi: non si risolvono i problemi con una delibera



La delibera “Nardella” in tema di affitti turistici, prima (e si spera ultima) del genere in Italia, è nata con l’intento di disciplinare il fenomeno dei cosiddetti affitti brevi, ma, in assenza di una coerente regolamentazione, si è però semplicemente limitata a vietare nuove aperture nel centro storico fiorentino, violando così alcuni dei più sacri principi della Costituzione, da quello della tutela della proprietà privata a quello di uguaglianza, a quello della libera iniziativa economica.

In ogni caso la città è comunque in attesa della pronuncia del TAR, fissata per il prossimo 9 maggio, davanti al quale la stessa delibera è stata prontamente impugnata. Quel che è certo è che la delibera viola i diritti dei proprietari e dei gestori e comporterà, anzi ha già comportato, un incremento di prezzi sia degli hotel che degli affitti brevi già attivi, oltre che, in senso diametralmente opposto a quanto la stessa delibera asseriva voler raggiungere, un incremento degli immobili destinati agli affitti brevi anche fuori dal centro storico, dove oggi era ancora possibile affittare per studenti e famiglie.

Il problema è che per l’attuale amministrazione chi possiede un immobile in centro gode di una “rendita parassitaria” e questo anche se quegli stessi proprietari di case, cittadini a cui spettano diritti uguali a tutti gli altri, non è che quegli immobili li hanno abusivamente occupati, o ne sono entrati in possesso in modo illegittimo, ma li hanno ereditati o acquistati, spesso pagandoci rilevantissime tasse, anche considerato che molti di quegli immobili sono anche classificati in A1 (spesso senza neppure averne le caratteristiche di “lusso”). In definitiva, contro ogni principio costituzionale (quella Costituzione spesso richiamata come baluardo invalicabile, ma poi ignorata a seconda dell’interesse del momento) la delibera attua un vero e proprio esproprio di un diritto.

Il tema allora non è (sol)tanto se gli studenti fuori sede abbiano diritto ad abitazioni dignitose (sì, ce l’hanno, e il pubblico, non il privato, deve fare in modo che sia possibile), o se chi ha bisogno di una casa da affittare a lungo termine debba potervi accedere (sì, deve potervi accedere, ma non a spese dei privati), quanto il limite che, per legge (o meglio, per Costituzione), un ente locale ha nell’entrare nelle nostre tasche, o, peggio, in casa nostra. Evidentemente chi ha votato quella delibera pensa che un’amministrazione comunale non abbia limiti e goda di un potere “sovrano” assoluto.

Ma è chiaro che così non è. In conclusione, non è certo per delibera che si risolve il problema. E’ evidente che il Tar, il prossimo 9 maggio, dichiarerà l’illegittimità della stessa, laddove non ci vuole molto a capire che la Costituzione riserva allo Stato la legislazione riguardante le locazioni, impedendo comunque ogni contrazione (per delibera amministrativa!) al diritto di proprietà. Così come è evidente che avremo quindi solo perso tempo (e soldi dei contribuenti in un inutile quanto temerario contenzioso).

Daniela Bannini, candidata per Fratelli d'Italia al Consiglio comunale di Firenze



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