
I deputati Pd eletti in Toscana Federico Gianassi, Emiliano Fossi, Simona Bonafè, Marco Simiani, Arturo Scotto, Marco Furfaro, Laura Boldrini e Christian Di Sanzo hanno sottoscritto l’emendamento presentato al Decreto Infrastrutture, nel quale si chiedono “subito 20 milioni di euro per risolvere alcune gravissime criticità della carcere di Sollicciano a Firenze”.
"La situazione carceraria in Italia è al collasso – si legge nella nota dei deputati dem –. Gli interventi messi in campo dal governo sono insufficienti non solo per risolvere o limitare la gravità del problema, ma anche solo per invertire la rotta. Le misure contenute nel DL Carceri costituiscono un'occasione persa. Non c'è più tempo da perdere – prosegue la nota –. Suicidi, atti di autolesionismo, carenza degli organici, sovraffollamento, fatiscenza delle strutture. A Sollicciano, con i lavori fermi da febbraio 2023, la situazione è davvero terribile: la struttura, calda e soffocante d'estate, fredda e umida d'inverno, necessita di interventi immediati e radicali", si legge in una nota dei parlamentari. Gli sforzi della Regione Toscana sono importanti e utili, ma serve un intervento deciso del governo. Se vogliamo passare dagli slogan ai fatti – concludono i dem – il governo deve far ripartire i lavori che sono fermi da un anno e mezzo e assicurare maggiori investimenti economici. Per questo proponiamo subito una misura straordinaria per intervenire sulla struttura".
Indagini sui ricorsi rigettati fatti dai detenuti
Il Garante dei detenuti avvierà accertamenti su alcune risposte della magistratura di sorveglianza, che hanno rigettato una serie di ricorsi per liberazione anticipata, sconto o risarcimento danni presentati da vari detenuti nel carcere di Sollicciano a Firenze, a causa delle condizioni degradate della struttura. Il Garante si è soffermato anche sull'ordinanza in cui si rigetta uno dei ricorsi presentato da un detenuto di Sollicciano, il quale lamentava le scarse condizioni igieniche.
"Con riferimento alla mancanza di acqua calda nel lavandino che si trova all'interno delle camere detentive - si legge sull'ordinanza - ritiene questo magistrato che la fornitura di acqua calda all'interno della cella non sia un diritto essenziale garantito al detenuto, ma una fornitura che si può pretendere solo in strutture alberghiere".
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