
Lunedì inizieranno i picchettamenti e da febbraio partirà il vero e proprio cantiere
Si è tenuto questo pomeriggio presso il palazzo delle Palazzo delle Esposizioni di piazza Guido Guerra l'evento per i sostenitori e amici del Ferruccio. Per molti in città è un vero e proprio sogno che si avvera. Un desiderio rimasto tale nella storia di Empoli che finalmente potrà avere il suo teatro comunale: Il Ferruccio. Tutto pronto ormai per l'inizio dei lavori: lunedì 20 gennaio partiranno i picchettamenti e da febbraio sarà già visibile il cantiere. L'inaugurazione da segnare sul calendario sarà poi a giugno 2026.
Si apre così una nuova stagione che porterà alla realizzazione di quella che sarà la casa della musica, delle arti, dei palcoscenici di opere illustri e tanto altro. Fra poche settimane aprirà i battenti il cantiere dei lavori e da lì, l’immaginazione lascerà spazio alla realtà.
Sarà un teatro ‘leggero’, efficiente, polifunzionale, aperto, spiega l'amministrazione comunale, in armonia con ciò che lo circonda. Nel concreto Il Ferruccio avrà una di ‘navicello’ che esprime una dualità negli spazi come nei materiali, esterni e interni.
Un evento per la città e per i "sostenitori"
Questo pomeriggio il progetto è stato presentato in anteprima a coloro che, prima di tutti, hanno creduto nel progetto, ovvero le 240 persone che hanno deciso di adottare una zolla simbolica per l'edificazione del Ferruccio e facendo così raccogliere al comune 80.115 mila euro fino ad oggi .
Un incontro esclusivo tra cittadini e amministrazione comunale come segno della passione e gratitudine. Presenti all'appuntamento il sindaco di Empoli, Alessio Mantellassi, l’assessore alla cultura Matteo Bensi, Alessandro Torcini, presidente del Comitato Amici del Teatro il Ferruccio e gli architetti del team Archea, Laura Andreini e Mirco Donati. Quest'ultimi hanno illustrato una parte del nuovo progetto che verrà avviato a breve.
“La prima cosa che voglio dire ai donatori e alle donatrici è grazie perché quelli che sono presenti stasera solo coloro che da subito hanno creduto in questa grande idea - ha esordito il sindaco di Empoli - la nostra città che da sempre è molto sensibile al tema della cultura, ha tutte le carte in regola per avere uno spazio di questo tipo".
Il Palazzo delle Esposizione è stato punto nevralgico per tutti gli empolesi e oggi si innesta perfettamente nell'idea di percorso urbanistico per rigenerare tutta l'area di piazza Guido Guerra come grande continuum del centro storico fino all'Arno.
" Il nostro intento - continua Mantellassi - è quello di metterci a discutere con chi oggi fa cultura e influisce sui momenti culturali. Abbiamo la necessità di ridisegnare l'offerta cultura proprio in vista dell'apertura del nostro teatro. Empoli deve essere punto di riferimento per la cultura non solo dell'Empolese Valdesa ma regionale e nazionale. Lavoreremo con tanta passione e tenacia per poter aprire Il Ferruccio nel giugno del 2026".
Il Teatro
Il progetto esecutivo del nuovo teatro comunale “Il Ferruccio”, prevede di far dialogare il nuovo organismo edilizio con due riferimenti principali: la preesistenza del Palazzo delle Esposizioni, rispetto al quale il teatro si affianca riprendendone l’orientamento e creando uno spazio pubblico centrale; l’asse di via Ridolfi, uno degli assi strutturali del centro storico, al quale il teatro sembra quasi volgere lo sguardo. Questo incontro tra i due assi produce nella configurazione del teatro un momento di tensione che si sviluppa con una curva che va a definire da un punto di vista formale e funzionale 3 aree principali: l’area di svolgimento delle funzioni teatrali (sale teatrali, sale prova, magazzino, backstage), che riprende l’asse del Palazzo delle Esposizioni; l’area delle attività aperte alla comunità (bookshop, bar, sala polivalente) che si affaccia sul centro storico; il foyer centrale a triplice altezza, snodo del progetto e dal quale è possibile percepire le anime del nuovo organismo. La forma prescelta è ispirata al navicello, il mezzo che trasportava persone e merci da una sponda dell'Arno all'altra, così come il teatro 'traghetta' gli spettatori durante uno spettacolo.
La configurazione delle sale, all’interno del nocciolo in calcestruzzo, si articola seguendo la necessità di ottimizzare al massimo lo spazio; pertanto, all’interno di un’impronta a terra di circa 550 mq è stato possibile ricavare la sala 1 da 490 posti (rivolta alle opere teatrali e liriche e pertanto provvista di golfo mistico e di un palcoscenico con torre scenica). Sarà predisposta la sala 2, immaginata per 150 posti, in un contesto più adatto al parlato, a proiezioni e presentazioni. La sala 1 presenta altri quattro accessi ai livelli superiori (2 al piano primo e 2 al piano secondo). Ci saranno spazi al piano interrato, rivolti agli addetti (magazzini, camerini, spogliatoi).
Infine, anche sulla facciata dell’edificio è possibile riscontrare una dualità, in quanto il teatro presenta due materiali principali; il primo è il vetro, che riveste la quasi totalità dell’edificio che si sviluppa in orizzontale, nel solco della tradizione dell'industria vetraria di Empoli. Il secondo materiale è il cemento, che viene trattato in senso materico e va a rivestire l’elemento verticale della torre scenica.
Campagna Fundraising e progetto "adotta una zolla"
"È un onore e una responsabilità incontrare le donatrici e i donatori della prima fase partecipativa di progettazione del Teatro Il Ferruccio - commenta l'assessore alla Cultura Matteo Bensi - "Diamo valore a chi dà valore" è la campagna che abbiamo deciso di lanciare insieme al comitato per ringraziarli e per avviare una nuova fase di fundraising".
Così commenta invece il presidente del comitato Amici del Teatro il Ferruccio, Alessandro Torcini: "Con l'avvio del cantiere si chiude l'iniziativa "Adotta una zolla" e se ne apre una nuova, "Adotta una poltrona", aperta a tutta la cittadinanza. Per i donatori di zolle è stato deciso di donare una card che consentirà l'accesso gratuito per un anno nei musei empolesi. E' il segno che tutta l'offerta culturale della città vuole ringraziare chi ha partecipato. Perché contribuire, nella misura in cui ciascuno sente di poter fare, significa entrare a far parte di una comunità ampia in cui tutte e tutti si possano riconoscere".
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