
Nel paese del Genio presentato il volume di Vezzosi e Sabato: "Un viaggio alle origini della famiglia di Leonardo Da Vinci"
Teatro di Vinci gremito ieri sera, giovedì 22 maggio, per la presentazione del volume "Genìa Da Vinci. Genealogia e genetica per il Dna di Leonardo" di Alessandro Vezzosi e Agnese Sabato (Angelo Pontecorboli Editore), anticipata dalla rivelazione dei contenuti il 21 maggio (qui i dettagli). Tra gli argomenti principali trattati dal libro, c’è un complesso albero genealogico documentato dagli autori che risale al 1331, l’identificazione di 15 discendenti in linea maschile del padre e del fratellastro di Leonardo e il riscontro, tramite esame del Dna condotto in collaborazione con l’Università di Firenze, di porzioni del Cromosoma Y coincidenti tra sei di questi, confermando la continuità genetica della linea maschile della famiglia Da Vinci almeno a partire dalla XV generazione. Discendenti presenti alla serata che, al teatro di Vinci, sono saliti sul palco.
Ma dagli studi, che hanno provocato curiosità in molti cittadini giunti al teatro della Misericordia, anche la rivelazione delle attuali analisi di frammenti ossei rinvenuti dagli scavi archeologici, sempre con l’università di Firenze, nella chiesa di Santa Croce a Vinci dove secondo il volume, potrebbero essere stati sepolti il nonno, lo zio e alcuni fratellastri di Leonardo, non documentati nella Badia Fiorentina. Non solo caccia al Dna di Leonardo, coltivata dal progetto internazionale Leonardo Dna Project, ma il libro contiene anche la ricostruzione di quelle che furono le dimore della famiglia Da Vinci individuate attraverso lo studio degli antichi catasti, la possibile attribuzione a Leonardo di un misterioso disegno a carboncino rinvenuto sulla cappa del camino dell’ex casa Bracci. Ma anche l’analisi di due figure fondamentali, il nonno paterno Antonio e la madre di Leonardo, Caterina, sempre più identificata con la schiava al servizio del ricco banchiere Vanni di Niccolò di Ser Vanni.
Tra gli ospiti che si sono alternati sul palco la vicesindaca di Vinci Daniela Fioravanti, Monsignor Renato Bellini, la direttrice del Museo e Biblioteca Leonardiana Roberta Barsanti e ancora storici che hanno analizzato l’opera, da Matteo Bensi filosofo e assessore alla Cultura del Comune di Empoli, Simone Sartini vicedirettore dell’Archivio di Stato di Firenze, Giuseppe Sparnacci Psicologo e Saggista e gli interventi in video di Jesse H. Ausubel della Rockfeller University di New York e direttore di Leonardo Dna Project e di David Caramelli, direttore del dipartimento di Biologia dell’UniFi e presidente del Sistema Museale dell’Ateneo Fiorentino. A chiudere gli autori, Vezzosi e Sabato, che hanno chiamato sul palco coloro riconosciuti come discendenti dei Da Vinci: "Grazie a loro abbiamo potuto ricostruire un mosaico vivo di memorie e legami".
Ha parlato di legame vivo del territorio con il Genio la vicesindaca Fioravanti, che ha ringraziato gli autori del libro "per il lavoro straordinario, un viaggio bellissimo alle origini della famiglia di Leonardo Da Vinci che ci porta fino ai nostri tempi e per i tanti spunti che ci mostrano ancora una volta come questo legame tra Vinci e Leonardo è ancora forte. Questi progetti sono un elemento di valorizzazione importantissimo per il nostro territorio e lo si vede anche dalla grande risonanza che hanno avuto a livello nazionale ed oltre". Per la direttrice del Museo Leonardiano Barsanti "questo volume è un’ulteriore, importante conferma di quanto il legame tra Vinci e Leonardo sia estremamente forte, non dovuto solo a quella che poteva essere una nascita occasionale sul territorio di Vinci ma un rapporto che si è consolidato nel tempo, nei legami familiari. Legami che vengono ripercorsi in maniera estremamente puntuale. Un legame che ha influenzato poi anche Leonardo nel suo essere artista e scienziato, si è portato sempre dietro la sua Vinci. Tante sono le memorie di Leonardo e questo volume lo dimostra, attraverso una ricognizione negli archivi, ricerche, indagini scientifiche condotte in seno ai discendenti dei Da Vinci. Ha il grande pregio anche di ricostruire in maniera dettagliata il tessuto urbano, edilizio e anche sociale di questa città, attraverso i passaggi di proprietà, legami familiari. Un volume ricco di notizie che apre ad altre possibilità di ricerca, uno strumento di lavoro e destinato anche a ricordarci che non possiamo abbandonare la conoscenza dei luoghi, perché se ne tramandi la memoria, si possano tutelare e valorizzare. Tra questi casa Bracci, sulla cui cappa del camino è stato ritrovato un disegno estremamente interessante, per il quale stiamo aspettando i risultati dei restauri".
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