
È tornato in Italia il gruppo dei vescovi toscani che, al termine del pellegrinaggio in Terra Santa, era stato costretto a lasciare Gerusalemme venerdì scorso per motivi di sicurezza, rifugiandosi ad Amman, in Giordania. Dopo il rientro anticipato di tre presuli – Simone Giusti (Livorno), Paolo Giulietti (Lucca) e Giovanni Paccosi (San Miniato) – oggi ha fatto ritorno l’intera delegazione, guidata dal cardinale Augusto Paolo Lojudice, presidente della Conferenza Episcopale Toscana, arcivescovo di Siena e vescovo di Montepulciano.
Con lui anche fra’ Matteo Brena, Commissario di Terra Santa per la Toscana, e gli altri vescovi: Gherardo Gambelli (Firenze), Stefano Manetti (Fiesole), Andrea Migliavacca (Arezzo), Giovanni Nerbini (Prato), Saverio Cannistrà (Pisa), Bernardino Giordano (Grosseto e Pitigliano), Mario Vaccari (Massa Carrara – Pontremoli) e Roberto Filippini (emerito di Pescia). Della delegazione facevano parte anche sacerdoti, seminaristi e laici.
"Purtroppo ancora la guerra imperversa, una preghiera per tutti quelli che sono lì". Sono le prime parole del cardinale Augusto Paolo Lojudice, presidente della Conferenza episcopale toscana, al rientro in Italia dopo il viaggio in Terra Santa, con il ritorno reso difficile dal conflitto tra Israele e Iran. "Questa situazione ci invita ancora di più a prendere posizione contro la guerra" è il pensiero di fra Matteo Brena, Commissario di Terra Santa per la Toscana, che ha accompagnato i vescovi toscani nel pellegrinaggio.
La delegazione ha fatto rientro la sera di domenica 15 giugno alle 20.30 all'aeroporto di Milano Malpensa. Il viaggio, spiega una nota della Diocesi di Pescia, si è svolto in un clima di assoluta sicurezza e serenità, secondo il programma previsto, con momenti di fraternità e incontro con la popolazione locale, sia a Gerusalemme – dove il gruppo era alloggiato – sia a Betlemme. Tuttavia, nella notte tra giovedì 12 e venerdì 13 giugno, l’attacco missilistico condotto da Israele sull’Iran ha improvvisamente cambiato la situazione, costringendo la delegazione a rivedere i propri piani. Il volo di rientro originariamente previsto per la sera del 13 giugno da Tel Aviv è stato infatti cancellato. Da qui il trasferimento del gruppo in Giordania, aiutati dai francescani della Custodia di Terra Santa e dalla Nunziatura apostolica. Il tutto è stato seguito dall’Ambasciata Italiana.
"Sono il più vecchio della CET in Terra santa per questo pellegrinaggio di solidarietà e di pace - racconta il vescovo emerito di Pescia Roberto Filippini - mi hanno chiesto quindi di presiedere la prima eucarestia, appena arrivati. Era la festa di Maria Madre della Chiesa e ho scelto come prima lettura il testo della Genesi che inizia con la domanda del Signore: Adamo dove sei?
Ebbene è proprio a questa domanda che il nostro viaggio ha cercato di rispondere scendendo nel baratro di sofferenza, distruzione e morte in cui è precipitata l'umanità ubriacata dalla volontà di potere, di dominio e di possesso. Negli incontri di questi intensi giorni abbiamo conosciuto da testimoni credibili le sciagurate scelte di chi senza pietà persegue strategie di terrore e di eliminazione dell'altro: è l'uomo divenuto Caino che non accetta la diversità e vuole risolvere i conflitti con la violenza che annienta. Abbiamo però trovato anche tanti Abele dall'una e dall'altra parte che soffrono e subiscono la prepotenza di chi comanda e non ascolta il grido del sangue innocente che giunge al trono di Dio. Nel Vangelo sotto la Croce ci sono Maria e Giovanni, che il Crocifisso affida uno all'altra: questa è l'umanità nuova che dall'abisso risale con l'amore che accoglie e si prende cura, che ricompone la comunione ferita e getta semi di speranza".
Ma in mezzo alle tenebre il vescovo Filippini ha incontrato anche segni di luce: uomini e donne, religiosi e laici, che non hanno dimenticato l’umanità e si impegnano per la pace, la cura, la riconciliazione. "Dove sei Adamo? Anche qui: dove abbiamo incontrato persone religiose e laiche che non si sono scordate di essere umane... che si impegnano nel soccorrere, aiutare e promuovere vie di riconciliazione e di fraternità. Tanti gruppi che si dedicano a sanare le piaghe fisiche e psichiche e spirituali, con infinita pazienza, sperando al di là di ogni umana speranza, sapendo che la storia della salvezza continua, attraverso le apparenti inestricabili torsioni degli eventi. Non finisce la ricerca della pace in questa notte buia del male e dell'odio, le misericordie di Dio non sono finite. La Madre della Chiesa non abbandona i figli e intercede per loro, per tutti, tutti, tutti".
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