A Firenze una grande mostra su Enrico Berlinguer

Un lungo e ricco percorso espositivo con foto, video, registrazioni audio, materiali d’archivio che racconta la vita, il pensiero politico e il lascito morale di Enrico Berlinguer, segretario del Partito Comunista Italiano dal 1972 al 1984, e prima ancora militante e dirigente del suo partito, leader di rara caratura morale, radicato nel Paese reale e stimato dai suoi oppositori. E’ la grande mostra che si è aperta oggi, 3 settembre, al Nelson Mandela Forum di Firenze, visitabile gratuitamente fino al 5 ottobre.

La mostra, ideata e organizzata dall’Associazione Enrico Berlinguer per la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale della sinistra italiana, con la collaborazione della Fondazione Gramsci, è stata precedentemente allestita a Roma presso il Mattatoio, Azienda Speciale Palaexpo, a Bologna presso il Museo Civico Archeologico, in Sardegna a Sassari presso il Padiglione Tavolara e a Cagliari alla passeggiata Coperta del Bastione di Saint-Remy, raggiungendo complessivamente oltre 131.000 visitatori.

L’organizzazione fiorentina della mostra è dell’associazione Nelson Mandela forum, che proprio a Berlinguer ha proposto al Comune di Firenze il toponimo del piazzale antistante l’ingresso, e del Comitato di indirizzo politico istituito appositamente e presieduto da Michele Ventura con vicepresidente Fiorella Gasperini e con Marisa Nicchi, Leonardo Domenici, Paolo Fontanelli, Daniela Lastri, Marco Spinelli, Maurizio Paolini e Tea Albini.

L’Associazione Nelson Mandela Forum e il Comitato di indirizzo politico ripropongono la mostra riadattandola alle caratteristiche dello spazio del Mandela Forum, in una versione ampliata nei suoi apparati allestitivi e documentali e integrata con una nuova sezione dedicata al rapporto tra il leader del PCI e la Toscana, terra dove è nato il comunismo italiano: non a caso i promotori hanno voluto che fra gli oggetti in mostra ci fosse anche la prima bandiera del PCI, che per l’occasione lascia la città di Livorno dove nacque il partito di Gramsci. Tra le peculiarità dell’allestimento, anche una ‘zona comizio’ con una vecchia Fiat Cinquecento rossa e alcune campane sonore dove posizionarsi per ascoltare la viva voce di Berlinguer che declama alcuni dei discorsi più famosi per una visione immersiva e multisensoriale della mostra.

All’inaugurazione istituzionale nel pomeriggio presenti Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana; Sara Funaro, sindaca del Comune di Firenze; Bianca Berlinguer, giornalista; Massimo Gramigni, presidente dell’Associazione Nelson Mandela; Ugo Sposetti per l’Associazione Enrico Berlinguer; Michele Ventura per il comitato politico a garanzia della mostra in memoria di Enrico Berlinguer.

Nell’occasione dell’inaugurazione è in programma la presentazione del libro ‘La pace al primo posto’ a cura di Alexander Hobel, con finale musicale di Cisco & Band.

La tappa fiorentina della mostra è stata organizzata con il contributo di Regione Toscana e Comune di Firenze, in collaborazione con Associazione Enrico Berlinguer, Fondazione Gramsci e Cespe.

Main Sponsor: Fondazione Noi-Legacoop Toscana; Official Sponsor: Estra, Savino del Bene, CAF, CGIL SPI Sindacato Pensionati Italiani e CGIL SPI Toscana; Official Supplier: Firenze Manutenzioni, Fiorentini Firenze e GranTerre.

La mostra è aperta fino al 5 ottobre dal lunedì al giovedì dalle 14 alle 21; venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 22. Ingresso gratuito.

“Per Enrico - ricorda Michele Ventura, presidente del Comitato di indirizzo politico della mostra - la pace si costruiva costruendo la pace, con il disarmo. E’ stato attivo fino all’ultimo su questi temi, impegnandosi con un rilievo internazionale e dimostrando una visione lucida e lungimirante, ancora oggi attuale. In un tempo così carico di guerre e morte come quello odierno, parlare dell’impegno di Berlinguer per la pace ha ancora più valore”.

“Questa mostra - sottolinea Massimo Gramigni, presidente dell’associazione per Nelson Mandela - non poteva trovare un luogo più adatto, sia per dimensione fisica che per l’alto valore simbolico del nome che porta e non a caso proprio il piazzale di ingresso è dedicato a Berlinguer. In questo luogo così laico, di musica, sport e solidarietà che ha ospitato il più grande centro vaccinale della Toscana durante il Covid, sarà possibile scoprire e riscoprire Berlinguer tramite un percorso di memoria, storia ed emozioni”.

La mostra

Curata da Alessandro d’Onofrio, Alexander Hobel e Gregorio Sorgonà, la mostra intende restituire non solo l’immagine e le parole di un grande e amato Leader ma anche la forza del suo pensiero.

Attraverso un racconto storico e iconografico consente di ricostruire l’itinerario di Berlinguer grazie a documenti tratti dal suo archivio (conservato presso la Fondazione Gramsci) alcuni dei quali esposti in originale assieme a giornali, riviste, opuscoli e audio-visivi (forniti prevalentemente dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico e dalle Teche Rai) e una selezione di fotografie da reportage.

Il materiale documentale è stato organizzato secondo cinque sezioni tematiche: gli affetti, il dirigente, la crisi italiana, la dimensione globale, attualità e futuro, con il tema centrale della pace che lega le varie sezioni.

Per tratteggiare a tutto tondo la figura dello statista sono stati inoltre introdotti dei focus specifici: il contributo del Partito Comunista Italiano alle riforme adottate in Italia dal 1968 al 1984; le relazioni internazionali intessute da Berlinguer che sottolineano la dimensione globale della sua leadership; la violenza politica e lo stragismo, drammatica costante di quegli anni, i libri a lui dedicati tesi ad evidenziarne il particolare rilievo storico-politico.

La sezione toscana

La sezione toscana dell’esposizione mostra alcuni documenti, foto, manoscritti, registrazioni audio dei vari passaggi di Berlinguer nella regione e a Firenze. Esposta anche la prima bandiera del Pci in prestito dal Comune di Livorno. Tra le tappe più significative che hanno legato Berlinguer alla regione ci sono il congresso nazionale FGCI a Firenze del 29 marzo 1971, la conferenza delle ragazze comuniste del gennaio 1973 a Firenze, il comizio sul referendum per il divorzio (Firenze, 1974), il comizio per le amministrative di Pisa del maggio 1975, la manifestazione italo-spagnola a Livorno (luglio 1975), la festa nazionale dell’Unità di Firenze del 1975 (famoso e oceanico il comizio al prato del Quercione alle Cascine, la cui foto è stata scelta per la locandina del film di Andrea Segre ‘La grande ambizione’), la manifestazione nazionale per la pace di Firenze (1980), il discorso alla manifestazione sull’aborto (Firenze, 1981), il discorso al festival nazionale dell’Unità di Tirrenia (1982), la festa nazionale delle donna comuniste di Viareggio (1983).

Il programma collaterale

Ogni pomeriggio, alle 17.30, la mostra sarà accompagnata da presentazioni di libri, incontri e dibattiti pubblici sulla figura di Berlinguer. Tra i primi appuntamenti si segnalano domani giovedì 4 settembre, Dialogo sulla Toscana e il PCI negli anni della segreteria Berlinguer, con dirigenti e amministratori comunali e regionali (Claudio Martini, Paolo Fontanelli, Susanna Cenni), Fabio Mussi dirigente nazionale del Pci e Antonio Floridia (sociologo e studioso della società toscana); lunedì 8 settembre Dialogo sulla svolta elettorale nelle elezioni amministrative del 1975, con Antonio Bassolino, Sara Funaro, Franco Camarlinghi, Luca Salvetti, Michele Ventura; mercoledì 10 Dialogo su Berlinguer, la società e la democrazia, con Pierluigi Bersani, la storica Michela Ponzani e Valerio Martinelli (ricercatore e consigliere Acli nazionale, segretario dell’Osservatorio giuridico della Conferenza Episcopale Toscana). Coordina Cristiano Marcacci direttore de Il Tirreno.

Fonte: Comune di Firenze - Ufficio stampa

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