
“La Toscana paga oggi il prezzo di anni di immobilismo e scelte miopi nella gestione dei rifiuti. L’assenza di una pianificazione impiantistica seria – osserva Federico Pavese, candidato in pectore alle elezioni regionali per Fratelli d’Italia nel collegio 3 Empolese Valdelsa – ha costretto i Comuni a spedire tonnellate di rifiuti fuori regione, con costi insostenibili che ricadono sui cittadini e sulle amministrazioni locali. Nel frattempo, la Regione ha scelto di ampliare le discariche e di aprirle anche ai rifiuti urbani, una pratica che fotografa con chiarezza il fallimento delle politiche ambientali del centrosinistra guidato da Eugenio Giani”.
Ma il quadro delle criticità va oltre la semplice dipendenza dalle discariche. Ad oggi, oltre il 30% dei rifiuti finisce ancora in discarica: un dato considerato troppo alto non solo dagli ambientalisti, ma anche dagli stessi tecnici del settore. La distribuzione degli impianti sul territorio è disomogenea, con un evidente squilibrio tra le aree interne e quelle costiere, costringendo a una vera e propria “migrazione” dei rifiuti e aggravando la pressione sulle infrastrutture già esistenti.
A ciò si aggiunge una mancanza di pianificazione centralizzata: il piano regionale delega di fatto la localizzazione degli impianti ai privati e agli ATO, senza una regia forte da parte della Regione. Emblematico il caso del gassificatore di Empoli, ritirato dopo le proteste dei cittadini: un episodio che mostra non solo la fragilità del processo partecipativo, ma anche la mancanza di una strategia chiara e condivisa.
Le critiche non arrivano solo dalle opposizioni politiche. Il Ministero dell’Ambiente ha presentato ben 13 rilievi al piano regionale, mentre ARPAT ne ha avanzati 126, molti dei quali non accolti. Persino Legambiente ha segnalato l’eccessivo ricorso a discariche e inceneritori e la carenza di impianti innovativi per chiudere realmente il ciclo dei rifiuti.
Secondo Pavese, il problema non è solo ambientale, ma anche economico e politico: “Le grandi aziende come Hera e Iren hanno potuto trarre profitti consistenti dalle discariche toscane, mentre la Regione ha rinunciato a costruire un sistema integrato e moderno, capace di garantire autosufficienza e sostenibilità. È una scelta che ha finito per indebolire i Comuni e privare i cittadini di soluzioni stabili e innovative”.
L’alternativa, dunque, sta in un cambio di paradigma: “Non possiamo continuare a gestire i rifiuti come trent’anni fa, quando il resto d’Europa – con politiche a lungo termine, partecipazione attiva dei cittadini, impianti moderni, economia circolare - ha già dimostrato che la tecnologia e la pianificazione possono trasformare un problema in una risorsa grazie a una visione e a un’azione politica forte. Qui invece siamo fermi a un modello superato, che costa di più e inquina di più”.
“Il centrosinistra – conclude Pavese – ha scelto di non scegliere, rinviando ogni volta le decisioni più importanti. Facendo aumentare vertiginosamente i costi della raccolta rifiuti per aziende e privati nei nostri comuni, nonostante anni e anni di una raccolta porta a porta che avrebbe dovuto abbatterli, i costi. Noi crediamo che la Toscana meriti una visione nuova, capace di guardare oltre l’emergenza e di costruire un futuro in cui i cittadini non debbano più pagare per gli errori di chi ha governato fino ad oggi”.
FONTE: Fratelli d’Italia – Coordinamento di Zona Empolese Valdelsa
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