
Polemiche dopo le parole di Eugenia Roccella, Ministra per la famiglia e le pari opportunità di Fratelli d’Italia, che in una dichiarazione avrebbe sminuito il valore delle visite ad Auschwitz parlando di 'gite' prive di valore storico e educativo: "Tutte le gite scolastiche ad Auschwitz, cosa sono state? Sono state gite? A che cosa sono servite? Sono servite, secondo me, sono state incoraggiate e valorizzate, perché servivano effettivamente all'inverso. Ovvero servivano a dirci che l'antisemitismo era qualcosa che riguardava un tempo ormai collocato nella storia, e collocato in una precisa area: il fascismo. Le gite ad Auschwitz, secondo me, sono state un modo per ripetere che l'antisemitismo era una questione fascista e basta".
Parole che hanno fatto molto scalpore, a partire dalle associazioni da decenni impegnati nella memoria dei crimini nazifascisti, come l'ANED.
Così ANED Firenze: "Le dichiarazioni della ministra Eugenia Roccella sulle visite ad Auschwitz sono gravissime. Definire questi percorsi della memoria “gite ideologiche” significa ridicolizzare e screditare decenni di impegno portato avanti da sopravvissuti, familiari, insegnanti e volontari, che ogni anno accompagnano migliaia di studenti nei luoghi dello sterminio. Non si tratta di “viaggi organizzati”. Sono pellegrinaggi laici, esperienze profonde, costruite con serietà e consapevolezza, perché la memoria della deportazione non è un simbolo da brandire, ma un’eredità da comprendere. Chi siede in un governo della Repubblica nata dalla Resistenza ha il dovere di rispettarne i valori fondativi. Quando li disconosce pubblicamente, come ha fatto la ministra Roccella, non solo delegittima se stessa, ma indebolisce l’intera credibilità delle Istituzioni".
"Chi ne parla con sufficienza o fastidio - continua la nota di ANED Firenze - dimostra non solo una grave ignoranza storica, ma anche una povertà politica incompatibile con il ruolo istituzionale che ricopre. Ringraziamo la senatrice Liliana Segre per aver ricordato che «la memoria della verità storica fa male solo a chi ha scheletri nell’armadio». Un richiamo che riguarda tutti coloro che oggi, al governo, mostrano insofferenza verso la memoria antifascista, perché essa svela una storia che molti preferirebbero cancellare. Ci chiediamo con serietà se possa ancora rappresentare degnamente questo Paese chi considera la memoria della deportazione un fastidio ideologico e attendiamo dai vertici del Governo una chiara presa di distanza. Tacere significherebbe essere corresponsabili".
Anche la sezione Empolese-Valdelsa dell’ANED "esprime il suo più profondo sdegno per le parole che una ministra della Repubblica, Eugenia Maria Roccella di Fratelli d’Italia titolare del dicastero per la famiglia e pari opportunità, ha pronunciato rivolta alla senatrice a vita, Liliana Segre, presidente onoraria di Aned nazionale, in merito ai viaggi della Memoria. No, ministra Roccella, non sono state gite, quelle si fanno per divertirsi e far svagare gli studenti. Sono viaggi nell’orrore, sono il voler far capire alle giovani generazioni quella che fu la shoah, far capire loro cosa fu la dittatura nazi-fascista, far toccare loro con mano che anche il regime fascista fu connivente con l’olocausto ed ha le sue precise e gravissime colpe di quell’immane strage. Le lacrime dei ragazzi in quei luoghi, il loro silenzioso raccoglimento per onorare la memoria dei morti, le loro riflessioni al ritorno a casa sono il patrimonio più importante di quei viaggi, sono le cose che ci fanno capire che tramandare il valore della Memoria, l’obiettivo più importante della nostra associazione, resta una cosa di fondamentale importanza per far sì che quelle barbarie non si ripetano più. Ci auguriamo che lei, signora ministra, più che rimediare goffamente a frasi che ha pronunciato, faccia una cosa: chieda scusa".
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