
Campi Bisenzio è stata teatro di un tragico ritrovamento che ha scosso profondamente la comunità locale. Sabato scorso, gli agenti della polizia locale e gli assistenti sociali del Comune sono intervenuti in una villetta bifamiliare dopo una segnalazione di un vicino, scoprendo il corpo senza vita di un uomo di 32 anni nascosto all’interno di un baule. L’abitazione, situata nella frazione di Sant’Angelo a Lecore, si trova in una zona residenziale circondata da altre case, rendendo ancora più inquietante il fatto che la grave situazione di disagio fosse rimasta invisibile per anni.
Secondo le prime ricostruzioni, la vittima viveva con la madre settantenne e due fratelli poco più grandi di lui, tutti ignoti ai servizi sociali e in condizioni di estrema precarietà. Al momento dell’intervento, la casa era priva di luce, acqua e riscaldamento; la madre è stata trovata denutrita e in stato di salute critico, mentre anche i fratelli sono risultati in condizioni di fragilità. Tutti e tre sono stati trasportati d’urgenza in ospedale.
Il sindaco di Campi Bisenzio, Andrea Tagliaferri, ha spiegato come la segnalazione sia giunta venerdì e come, appena allertati, siano stati organizzati i soccorsi e predisposto un piano di accoglienza per i fratelli. “Abbiamo agito subito per mettere in salvo la madre e gli altri due figli”, ha dichiarato il primo cittadino, sottolineando la necessità di rafforzare la rete di ascolto e di supporto alle famiglie in difficoltà per evitare che simili tragedie possano ripetersi.
Nel corso delle indagini, i fratelli avevano inizialmente dichiarato che il 32enne stava dormendo, ma il giorno successivo, durante un nuovo sopralluogo, la polizia ha rinvenuto il corpo in una stanza sigillata con nastro adesivo e scatoloni. Le prime analisi sulla salma, in stato di avanzata decomposizione, indicano che la morte risalirebbe ad almeno due anni fa. Non sono stati riscontrati segni evidenti di violenza, ma saranno necessari ulteriori accertamenti medico-legali per chiarire le cause e la dinamica del decesso.
Il pubblico ministero ha disposto il sequestro dell’abitazione, mentre la comunità di Campi Bisenzio si interroga su come una situazione di tale solitudine e disagio possa essere sfuggita all’attenzione dei servizi sociali e dei vicini. Alcuni residenti ricordano la famiglia come riservata e poco integrata, quasi invisibile tra le altre abitazioni.
Il caso apre un importante dibattito sul ruolo delle istituzioni e sulla necessità di vigilare e intervenire tempestivamente in presenza di segnali di disagio sociale, affinché nessuno sia lasciato solo nel silenzio e nella sofferenza. In attesa degli sviluppi delle indagini, la cittadina si confronta con una realtà che, come recita un antico proverbio toscano, “la miseria non fa rumore, ma lascia il segno”.
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