
Critiche agli indirizzi urbanistici dell’Amministrazione: "La politica urbanistica dell'Amministrazione è stato accondiscendere alle richieste dei singoli portatori di interesse, provocando la saturazione del territorio"
Il Gruppo Misto di San Miniato interviene sulla recente delibera che approva le deduzioni alle osservazioni sul Piano Strutturale comunale. La contrarietà del gruppo non è rivolta al lavoro dei tecnici, ma agli indirizzi urbanistici dell’Amministrazione, che sembrano pensati soprattutto per soddisfare le richieste di singoli interessi, con il rischio di una progressiva saturazione del territorio. Preoccupano in particolare le scelte che favoriscono l’espansione del tessuto urbanizzato, il consumo di suolo pubblico e la gestione dei volumi edificatori nelle aree di rigenerazione urbana, come nel caso delle concerie di Ponte a Egola.
Come sottolinea Manola Guzzini del Gruppo Misto: "L’unico indirizzo riconoscibile nella politica urbanistica dell’Amministrazione è stato accondiscendere il più possibile alle richieste dei singoli portatori di interesse, provocando una tendenza alla saturazione del territorio".
La nota integrale
Ho votato contro la delibera di approvazione delle deduzioni sulle osservazioni al Piano Strutturale nel suo complesso, e contro un numero molto superiore, rispetto agli altri gruppi di opposizione, di singole controdeduzioni in accoglimento delle osservazioni. E questo non per un giudizio negativo sul lavoro dei tecnici, ma per un giudizio estremamente negativo sugli indirizzi e sui comportamenti urbanistici dell'Amministrazione e sul percorso attraverso il quale si è arrivati a questo momento.
L' unico indirizzo che si è potuto riconoscere nella politica urbanistica dell'Amministrazione è stato accondiscendere il più possibile alle richieste dei singoli portatori di interesse, provocando una tendenza alla saturazione del territorio, che crea e creerà problemi anche a giuste esigenze di sviluppo, come il recupero in misura ridotta delle volumetrie abbattute in aree di rigenerazione urbana come quelle delle concerie di Ponte a Egola.
Sarà infatti molto difficile evitare che questo recupero si sostituisca e non finisca invece per sommarsi a ulteriori consumi di territorio, anche perché non ha avuto nessuna conseguenza l'ottima idea, contenuta nei documenti allegati al Piano Strutturale adottato, di creare una banca del volume per sostituire i volumi delle concerie dismesse di Ponte a Egola che non potranno essere ristrutturate e rigenerate ad altri usi e dovranno essere abbattute.
E anche dando uno sguardo complessivo alle osservazioni, si vede che l'80% sia di quelle presentate che di quelle accolte riguarda l'estensione del tessuto urbanizzato. Anche l'atto votato l'11 dicembre segna quindi un momento di continuità ulteriore, rispetto al piano adottato, in una tendenza all'incremento del consumo di suolo. Viene confermata la previsione della costruzione della sede definitiva del Marconi tra Ponte a Egola e Molino d'Egola in un'area attualmente vergine, con un pessimo esempio di consumo di suolo da parte dell'ente pubblico.
Manola Guzzini
Gruppo Misto
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