
La pace nasce dentro di noi, si apre agli altri e si diffonde nel mondo. Questo è il messaggio di “Se vuoi la pace, prepara la pace”, la 29ª edizione del Meeting dei Diritti Umani della Regione Toscana, che si è svolta questa mattina, 18 dicembre, al Cinema La Compagnia di Firenze. Oltre 5.000 studenti toscani hanno partecipato all’evento, tra presenza fisica (400) e collegamento online, provenienti da 71 scuole e 270 classi di 7 province e 5 capoluoghi (Arezzo, Firenze, Massa-Carrara, Prato e Siena).
A dare il benvenuto sono stati la vicepresidente della Regione, Mia Bintou Diop, l’assessora all’Istruzione e Diritti umani, Alessandra Nardini, e il sottosegretario alla Presidenza, Bernard Dika.
Guidati da Eva Edili e dj Carletto, i ragazzi hanno riflettuto sul tema della pace come apertura al dialogo, partecipando attivamente attraverso teatro, musica, fumetto e le testimonianze degli ospiti.
Mia Bintou Diop, vicepresidente della Regione Toscana: "A chi chiede ‘giovani dove sono?’ noi rispondiamo ‘eccoci’ anche qui, oggi, con la nostra presenza."
I giovani non sono apatia e disinteresse, ma "il presente che combatte per costruire un futuro all'altezza delle proprie aspettative e scende in piazza per il clima, la giustizia sociale, la pace". È stato un discorso che ha puntato a ribaltare i soliti luoghi comuni sulle giovani generazioni quello della vicepresidente della Regione Toscana, Mia Bintou Diop, intervenuta questa mattina al Cinema La Compagnia di Firenze per la XXIX edizione del Meeting dei Diritti Umani organizzato dalla Regione.
In avvio di una mattinata pensata per portare migliaia di ragazze e ragazzi, tra chi in platea e chi collegato in streaming dalle loro classi, a riflettere sulla pace e sulla costruzione quotidiana della pace, mattone dopo mattone, Diop ha sottolineato quanto essere giovani oggi “non è sempre facile”. Perché “non è facile entrare in una stanza e sentire che la tua età è sempre troppo bassa per contare, ma sufficiente per essere giudicata”, e allo stesso tempo “crescere con una guerra alle porte e vederla scorrere sui nostri telefoni con il senso di rabbia e impotenza davanti a queste ingiustizie; vivere sapendo che l'emergenza climatica non è solo più un capitolo che si studia a scuola, ma è la realtà e il futuro che ci aspetta”.
E nonostante questo, “i giovani inondano le strade per chiedere giustizia sociale, la pace in Medio Oriente e la fine dei crimini commessi contro il popolo palestinese, protestano per un lavoro dignitoso, hanno sfilato per la difesa dell’ambiente, manifestano per i diritti delle persone LGBTQIA+”. “In ogni continente – ha ricordato Diop – ci sono ragazze e ragazzi che alzano cartelli in lingue diverse per chiedere le stesse cose: futuro e opportunità”.
“A chi chiede ‘giovani dove sono?’ noi rispondiamo ‘eccoci’ anche qui, oggi, con la nostra presenza”, ha chiosato la vicepresidente, esortando con una citazione di Antonio Gramsci a impegnarsi: “Istruitevi perché abbiamo bisogno di tutta la vostra intelligenza. Agitatevi perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo. Organizzatevi perché avremo bisogno di tutta la vostra forza.”
Bernard Dika, sottosegretario alla Presidenza della Regione Toscana: "Solo insieme possiamo costruire e preparare la pace."
Nessuna chiusura, nessuna barriera. Solo l’unione di popoli che condividono gli stessi valori in tema di diritti, pace e giustizia può permetterci di fare la pace. Lo dice la nostra Costituzione. Da soli non si arriva da nessuna parte; solo insieme possiamo farcela. È l’appello del sottosegretario alla Presidenza, Bernard Dika, lanciato questa mattina dal Teatro La Compagnia di Firenze in occasione della ventinovesima edizione del Meeting dei Diritti Umani, promosso nell’ambito del progetto regionale GiovaniSì.
Dika si è presentato sul palco affiancato da Sergio Angarano, neo presidente del Parlamento regionale degli studenti. “Se vuoi la pace, prepara la pace – ha spiegato Dika – è lo slogan scelto per questa edizione. Può sembrare una banalità, quando invece da secoli ci raccontano il contrario: ovvero che se vuoi la pace, prepara un esercito quanto più grande possibile, e vedrai che nessuno ti attaccherà perché avranno paura di te. Guardando a ciò che è successo, gli eserciti sono sempre cresciuti, ma la guerra non ha cessato di esistere”.
È la stessa Costituzione a dirci come preparare la pace. “Fin dalla sua entrata in vigore, nel 1948 – ha aggiunto Dika – l’articolo 11, oltre a stabilire che l’Italia ripudia la guerra, dice anche che consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, le limitazioni di sovranità necessarie a un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni. Questo significa che da soli non possiamo farcela. Per provare a mantenere libertà, diritti e democrazia, dobbiamo unirci agli altri popoli, non chiuderci e alzare barriere o confini. Unirsi con chi, come noi, è d’accordo nel mantenere la pace, la libertà e la giustizia. Diffidate da chi ci racconta che ce la faremo da soli. Non era così nel 1948 e non lo è oggi. E questo vale per tutto: combattere il cambiamento climatico, porre fine a povertà e disuguaglianze, gestire il fenomeno migratorio, difendere i diritti dei lavoratori. I diritti umani, per definirli diritti, o sono per tutti oppure diventano privilegi.”
Bernard Dika ha concluso sottolineando la necessità di un’Europa più unita per avere più potere e non restare schiacciata. “Dobbiamo lottare per un’Unione Europea che dia più poteri ai suoi popoli. L’Europa si trova nel mezzo, a guardare quello che decidono gli Stati Uniti, che contano 330 milioni di abitanti, e la Russia, che ne conta 130: l’Europa, inclusa l’Ucraina, arriva a mezzo miliardo di persone. Cosa stiamo aspettando ad unirci per essere più forti e mantenere pace, libertà e diritti che abbiamo conquistato nel tempo? Ecco perché dobbiamo ricordare non tanto i padri e le madri fondatrici, ma i figli e le figlie rifondatrici, per fare in modo che queste parole non siano soltanto vuote, ma un esercizio quotidiano dei diritti umani conquistati.”
Gli interventi degli ospiti
Tra gli invitati è intervenuto lo scrittore e narratore Stefano Massini, che ha raccontato ai ragazzi la leggenda dei due lupi: uno votato al conflitto e uno alla collaborazione, spiegando che sta a ciascuno scegliere quale nutrire.
Ha preso parola anche la presidente dell’Ordine degli Psicologi, Maria Antonietta Gulino, che ha sottolineato l’importanza della pace con sé stessi, sfatando il mito della perfezione. Il gruppo musicale Legno ha ribadito il concetto attraverso le maschere indossate sul palco, simbolo della vita reale lontana dai social.
La pace significa anche rispetto e apertura verso gli altri. È questo il messaggio condiviso dall'attrice Chiara Francini, che nel suo intervento ha spiegato che rispettare vuol dire riconoscere l’altro come soggetto, non come ostacolo.
Beatrice Tassone ha invitato a conoscere e confrontarsi con la diversità, mentre Carlos Alberto Guerrero Ospino e Jesús Gabriel Jurado Jurado Ferre hanno contribuito a smontare stereotipi legati alla Colombia. Paolo Russo ha parlato del potere della gentilezza, e grazie al Teatro dell’Oppresso gli studenti hanno sperimentato modi concreti per “disinnescare” i conflitti quotidiani.
Allargare lo sguardo alla pace nel mondo è stato l’intervento di Nicolò Govoni, che ha raccontato la sua esperienza nella costruzione di scuole per bambini profughi e vulnerabili, mentre Massimo Franchi ha spiegato il ruolo delle istituzioni internazionali nella gestione dei conflitti.
Fonte: Regione Toscana - ufficio stampa
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