Empoli città pilota per nuova didattica, Barnini: "Proposte non per riapertura anticipata"

AGGIORNAMENTO - Tramite un comunicato stampa, il sindaco Brenda Barnini ha specificato che il termine di settembre per la riapertura delle scuole, come si vocifera in ambito governativo, rimanga ancora valido. "Lo dico chiaramente, a scanso di equivoci, non si torna a scuola a Empoli prima che da qualche altra parte. La mia idea sta nel proporre il nostro territorio come luogo di una sperimentazione, nella volontà che da qui si possa alzare una voce che contribuisce a far fare un passo in avanti".

Ribadisco, non sto chiedendo la riapertura anticipata delle scuole. Sono state fra i primi sindaci a chiedere con forza alla cittadinanza di stare a casa, a chiedere ai commercianti di tenere chiusi i negozi, prim’ancora di alcune disposizione governative. Però adesso dico che, sulla scuola, per il bene dei bambini e dei ragazzi, non possiamo accontentarci della strategia dell'attesa e che questo tempo può e deve essere utilizzato per cominciare un confronto serio tra istituzioni, terzo settore e igiene pubblica per immaginare oggi come dovrà essere la scuola domani. Quando arriverà questo domani dovrà dircelo il Governo ma non credo che le ragioni e i bisogni educativi dei bambini e dei ragazzi possano essere tenute indietro rispetto alle ragioni che spingono a chiedere una ripartenza delle attività produttive


Empoli luogo di sperimentazione la ripresa delle attività didattiche all'interno delle scuole, con modalità innovative, fronteggiando in sicurezza il coronavirus. È la proposta del sindaco Brenda Barnini, fatta con un post su Facebook, dove critica la decisione prolungata del governo di mantenere le scuole chiuse forse fino a fine anno scolastico. La richiesta, riassunta nei punti che trovate di seguito, verrà inviata come comunicazione ufficiale al ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina e al presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

"La scuola deve essere il punto di partenza nella strategia di riapertura del Paese.

È stata la prima a chiudere sembra sarà l'ultima a riaprire e nel mezzo solo la didattica a distanza. Non va bene e non basta.
Scegliamo un territorio dove poter sperimentare qualcosa di più, utilizzando gli spazi comuni degli edifici scolastici per rispettare le distanze, sfruttando tutta la giornata per poter far entrare gruppi più piccoli di bambini. Scegliamo una zona in cui sperimentare la riorganizzazione degli orari a tutto tondo quelli lavorativi dei genitori insieme a quelli scolastici.

Facciamo gli screening a gruppi di insegnanti, educatori e famiglie che rientrano nella sperimentazione. E in questo disegno sperimentale non lasciamo fuori i nidi e la scuola dell'infanzia, magari privilegiando le attività all'aria aperta e ricreando dei micro nidi in termini numerici.

Insomma non fermiamoci al giorno di chiusura e riapertura perché il danno che stiamo facendo a intere generazioni di bambini e ragazzi non si misura oggi con il PIL ma rischia di essere domani ben più grave.

Ho deciso che manderò domani una comunicazione ufficiale al Ministro Azzolina e al Presidente Conte mettendo a disposizione Empoli come città pilota di un disegno diverso".

In un secondo post, il primo cittadino ha precisato le sue dichiarazioni.

"Non si tratta ovviamente di una decisione presa né di una strada da intraprendere in solitaria. Il Comune di Empoli non può e non vuole fare scelte in modo autonomo su questioni che riguardano la salute di tutti i cittadini e un'organizzazione come quella della scuola che coinvolge tutti i livelli istituzionali, da quello della Conferenza Zonale, alla Regione al Ministero.

La mia vuole essere semplicemente una presa di posizione di carattere più politico che amministrativo che aiuti a indirizzare il dibattito nazionale sull'idea che non si possa semplicemente aspettare settembre ma che sia necessario mettere in campo fin da subito come si sta facendo per il comparto produttivo una serie di proposte e approfondimenti ispirate alla necessità di innovare spazi, metodi e strumenti didattici. Spero con questo quindi sia più chiaro che non si torna a scuola a Empoli prima che da qualche altra parte ma che semplicemente dal nostro territorio si possa alzare una voce che contribuisce a far fare un passo in avanti".

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