Sul reddito di cittadinanza 'si dà i numeri'. Giani: "Costerà 15 milioni di fondi EU", Stella: "Sono 682 milioni l'anno"

Torna al centro del dibattito politico toscano la proposta di un reddito di cittadinanza regionale, misura inserita nel “patto” elettorale tra Pd e Movimento 5 Stelle e già terreno di forte scontro in vista delle regionali.

Il presidente Eugenio Giani, candidato del centrosinistra per un secondo mandato, ha chiarito i contorni del progetto: “Alle casse regionali non costerà niente. Saranno fondi europei, di cui abbiamo esplorato la possibilità di attingere, per una cifra che va sui 15-20 milioni di euro”, ha spiegato intervenendo a Lady Radio. Secondo Giani, non si tratterà di un mero sostegno economico ma di un “reddito di inserimento lavorativo”: “Consentirà di dare un bonus a coloro che rimangono privi di qualsiasi forma salariale, esauriti anche gli ammortizzatori della cassa integrazione. A chi si trova interamente disoccupato, senza nessuna remunerazione, noi corrisponderemo questo reddito per un periodo determinato, da nove mesi a un anno”.

Il governatore ha aggiunto che la misura sarà accompagnata da un percorso formativo: “Non solo un contributo economico di qualche centinaio di euro al mese, ma anche corsi che ridiano una professionalità spendibile in nuovi settori”.

A sostegno della proposta è intervenuto il Movimento 5 Stelle, che con Giani ha siglato un accordo programmatico. La coordinatrice regionale Irene Galletti, intervistata da la Repubblica, ha sottolineato: “Su un bilancio regionale di 13 miliardi di euro, destinare almeno lo 0,1% alla dignità dei toscani è il minimo per una regione che fa della solidarietà un valore cardine”. Per Galletti, si tratta di “un vero salvagente e un percorso di reinserimento per chi perde l’occupazione e si ritrova senza protezione”.

La dirigente pentastellata ha poi rivendicato il ruolo del suo partito nell’accordo di coalizione: “Il nostro obiettivo è rimediare ai vuoti dell’assegno di inclusione nazionale, che si è già dimostrato fallimentare. L’accordo con il Pd è un patto ambizioso che mette al centro acqua pubblica, reddito di cittadinanza e salario minimo. Siamo noi ad aver spostato l’ago della bilancia verso la politica progressista”. E, con riferimento alle altre forze politiche, ha aggiunto: “Azione si è autoesclusa perché incapace di confrontarsi con un progetto che parla ai cittadini, non alle élite. Su Italia Viva non abbiamo mai cambiato idea: i riformisti si stanno dissolvendo spontaneamente”.

Durissimo invece l’attacco delle opposizioni. Il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Marco Stella, ha contestato le cifre diffuse da Giani e M5S: “Il Movimento 5 Stelle mente spudoratamente, perché questa misura non costerà 13 milioni, ma 3,4 miliardi in cinque anni. Con 71.142 percettori del reddito di cittadinanza nazionale in Toscana, e una media di 800 euro mensili a persona, il conto è presto fatto: 682 milioni di euro l’anno, per un totale di 3 miliardi e mezzo”.

Secondo Stella, si tratta di una scelta “assistenzialista, demagogica e populista, che rischia di penalizzare le imprese e lo sviluppo”. E ha aggiunto: “Il programma in 23 punti che Pd e M5S hanno stilato insieme prevede stop a infrastrutture strategiche come la nuova pista dell’aeroporto di Firenze, il rigassificatore di Piombino e riforme urbanistiche necessarie. Un disegno che porterà tasse alle stelle per cittadini e imprese e costi insostenibili per la Regione”.

Lo scontro sul reddito di cittadinanza regionale, dunque, si profila come uno dei dossier più caldi sul tavolo della campagna elettorale toscana.

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