Maxi frode da 43 milioni di euro su import auto di lusso scoperta dalla Gdf di Prato

Scoperta dalla guardia di finanza di Prato una frode da circa 43 milioni di euro, in merito alla vendita di auto di lusso di origine tedesca. I militari, sotto il coordinamento della procura europea di Bologna, hanno dato esecuzione ai provvedimenti emessi dai tribunali di Ferrara e Trani nei confronti della presunta associazione criminale. Disposte misure cautelari reali sui capitali sociali di 8 società, 7 appezzamenti di terreno, 3 immobili residenziali, un concessionario di auto, 41 auto tra le quali spiccano Ferrari, Lamborghini e Porsche, per un valore di mercato complessivo di circa 3,5 milioni di euro ed oltre 50 conti bancari con disponibilità liquide complessive, al momento, di 1,2 milioni di euro. Scattate inoltre perquisizioni locali in oltre 15 siti tra i quali residenze, sedi di imprese attive e altri immobili nella disponibilità degli indagati.

Le attività investigative, spiega una nota, hanno preso le mosse da un esposto presentato da un acquirente che lamentava difficoltà nel perfezionamento dell'immatricolazione di una vettura usata acquistata tramite un concessionario multimarca da un venditore tedesco. Da qui è emersa "l’esistenza di un contesto criminale di proporzioni ben più ampie, tali da interessare l’area di competenza della Procura Europea (Organismo Giudiziario comunitario, appositamente istituito nel 2017 per il contrasto alle frodi fiscali ed in materia di spesa pubblica di portata unionale)". Gli accertamenti di polizia giudiziaria sono sfociati nell’esecuzione di intercettazioni telefoniche, indagini bancarie, perquisizioni presso agenzie di pratiche auto, ricostruzione dei flussi di vendita di oltre 1700 autovetture, nonché nell’instaurazione di iniziative di cooperazione internazionale con le autorità tedesche e lo sviluppo di indagini transfrontaliere. "Il quadro probatorio raccolto ha posto in evidenza l’esistenza di un sistema altamente organizzato di raccolta degli ordini di acquisto tramite concessionarie multimarca compiacenti, l’individuazione dei veicoli target presso grandi rivenditori di usato tedeschi e la definizione di pratiche di importazione tali da permettere l’immatricolazione in Italia dei veicoli senza il pagamento dell’Iva, ricorrendo all’interposizione di società di comodo estere, intestate a prestanome e flussi di falsa fatturazione. Inoltre, al fine di rendere ulteriormente difficoltosa la riconducibilità dello schema evasivo alle concessionarie coinvolte, gli indagati hanno altresì posto in essere schemi di periodica cessazione e riapertura delle partite Iva impiegate per l’acquisto degli automezzi, senza tuttavia variare l’ubicazione degli showroom e l’insegna commerciale utilizzata, al fine di continuare a beneficiare della visibilità commerciale acquisita nel tempo".

Secondo quanto ricostruito il risparmio fiscale indebitamente realizzato costituiva la base per l’attuazione di strategie di pricing aggressivo, immettendo nel mercato autovetture di fascia alta e medio-alta a prezzi altamente concorrenziali. Emesse le due richieste di misure cautelari reali e due provvedimenti di sequestro, finalizzati alla confisca per un importo complessivo di circa 43 milioni di euro, le attività sono state sviluppate con il supporto dei Reparti del Corpo competenti per le circoscrizioni di Ferrara, Bologna, Andria, Trani, Molfetta e Crotone, supportati da pattuglie del Gruppo Prato.

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