Usura e riciclaggio, le mani della 'Ndrangheta nel Cuoio: 8 condanne

Nel processo sul canale di riciclaggio della cosca calabrese Scimone nelle aziende della Zona del Cuoio cade l'aggravante del metodo mafioso, non le accuse su presunti reati di riciclaggio di denaro e frodi. Sono arrivate le condanne dal tribunale di Firenze nel processo scaturito dall'inchiesta Vallo d'Oro.

Il tribunale ha inflitto condanne per le accuse, a vario titolo, di usura, riciclaggio, autoriciclaggio e emissione di fatture per operazioni inesistenti, a 8 su 12 imputati. Si parla di Antonio Scimone (5 anni 4 mesi di reclusione più una multa di 10.000 euro per usura e episodi di riciclaggio), di Cosma Damiano Stellitano (4 anni e multa da 7.400 euro per usura, più alcuni episodi di riciclaggio), Giuseppe Nirta (2 anni 6 mesi, multa da 6.000 euro per usura). Per prescrizione è stato assolto Antonio Barbaro, accusato di autoriciclaggio.

I tre sono stati assolti nel merito e prosciolti per prescrizione da altre vicende di usura, riciclaggio, tentata estorsione aggravato dal metodo mafioso ed esercizio abusivo di attività finanziarie senza l'autorizzazione della Banca d'Italia.

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