Nasce LAVA, il primo atlante digitale letterario che mappa i terremoti e le eruzioni raccontati nella storia

Sarà presentato a Pisa 18 dicembre alle ore 15.15 nell’Auditorium di Palazzo Blu durante il convegno internazionale “Il risveglio di Encelado”


Arriva LAVA, Literary Atlas of Volcanic and seismic Activities, la prima piattaforma digitale che permette di esplorare secoli di narrazioni dedicate ai terremoti e alle eruzioni attraverso mappe interattive e percorsi tematici. Un vero atlante letterario del pianeta che trema, costruito grazie alla convergenza tra studi geologici e ricerca umanistica. Il progetto, che rende accessibile al grande pubblico un patrimonio narrativo spesso relegato agli specialisti, propone un’esperienza immersiva: chi lo consulta può vedere come i grandi disastri naturali siano stati raccontati in epoche diverse, in culture lontane, in forme che uniscono memoria, emozione e osservazione del mondo naturale.

LAVA sarà lanciato al pubblico per la prima volta ufficialmente durante il convegno internazionale Il risveglio di Encelado. Un’indagine transdisciplinare sul rischio e il disastro geologico, in programma all’Università di Pisa dal 17 al 19 dicembre nell’ambito del progetto PRISMA (Pondering Risk and Imagining Resilience). Coordinato dalla professoressa Biancamaria Rizzardi dell’Università di Pisa e finanziato dal bando PNRR Return per la ricerca su terremoti ed eruzioni, il progetto indaga come le società costruiscono narrazioni dei disastri e come queste influenzino la percezione del rischio e le forme di resilienza.

L’Atlante
L’Atlante interattivo LAVA. è il cuore del progetto: uno spazio visivo e relazionale che traduce in forma digitale il percorso di ricerca. In questo contesto, le opere letterarie non sono semplici testimonianze, ma diventano laboratori di emozione e pensiero, luoghi in cui individui e comunità elaborano la paura, la perdita e i processi di ricostruzione. Ogni nodo dell’atlante mette in relazione eventi reali come terremoti, eruzioni e luoghi del disastro con simboli e metafore culturali, conseguenze storiche e sociali e i diversi linguaggi filosofici e poetici che raccontano il rischio, il trauma e la rinascita. Ne emerge un ecosistema narrativo che rende accessibile e condivisibile la complessità delle risposte umane ai fenomeni estremi.

Il portale sarà presentato nella versione definitiva a Pisa il 18 dicembre alle ore 15.15 nell’auditorium di Palazzo Blu e da quel momento sarà navigabile in rete.

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Il risveglio di Encelado

Il convegno, che riunisce scienziati, scrittori e artisti, offrirà tre lezioni magistrali, incontri letterari e una lezione-spettacolo, oltre a sei sessioni tematiche dedicate alle grandi metafore della catastrofe – Gaia, Prometeo, Mnemosyne, Tifone, Atlante, Efesto ed Encelado – e ai modi in cui si intrecciano scienza, cultura e immaginario. David Alexander (Londra) esplorerà le iconografie del disastro nella storia dell’arte occidentale, Frank Westerman (Paesi Bassi) ricostruirà le storie nate intorno alla tragedia del lago Nyos in Camerun, mentre Isak Winkel Holm (Copenaghen) analizzerà il “noir profetico” nell’opera di Kierkegaard alla luce della crisi climatica contemporanea. Il programma includerà inoltre la lezione-spettacolo Sono una frana di Matteo Belli. Arricchiscono il convegno le voci di autrici come Esther Kinsky (Bonn) che nel romanzo Rombo lega la memoria del terremoto del Friuli al paesaggio e all’immaginario della comunità colpita, nonché quella di Elleke Boehmer (Oxford).

Le sessioni tematiche approfondiranno temi che vanno dalla percezione psicologica del rischio alla memoria collettiva, dal racconto nei media e nel cinema fino alle nuove frontiere della linguistica computazionale applicata alla vulcanologia e alle narrazioni dell’Antropocene.

"Sono orgogliosa di avere coordinato un progetto che grazie a studiose e studiosi di Pisa e di altre Università nazionali e internazionali, ha condotto una ricerca che intreccia la conoscenza scientifica e umanistica, rafforzando l’idea cardine del nuovo millennio di un sapere senza confini – dice Rizzardi - L’atlante non è il punto di arrivo di questo progetto ma una tappa che dovrà essere perseguita e implementata con un impegno costante nelle scuole, nelle università e nei centri di ricerca. Oggi è più che mai neccessario rivolgere la nostra attenzione alle questioni inerenti al rischio ambientale.

Il progetto PRISMA è un invito a guardare il rischio come racconto condiviso, a trasformare la memoria della catastrofe in conoscenza, e la conoscenza in cura.”

“Il 25 giugno 1994, nei pressi di San Benedetto Val di Sambro, Bologna, franò Monte Galletto – racconta Matteo Belli - Dopo 20 anni, mi fu chiesto di raccontare l’episodio con una breve narrazione teatrale. Le domande che mi apparvero, fin da subito, imprescindibili furono: cos’è una frana? È una montagna? Ciò che ne resta? Come si sente una montagna quando frana? Cosa prova? Cosa pensa? Come vive il passaggio tra il prima e il dopo, tra l’essere ancora e il non essere più? E, ultimo ma non meno importante, dare vita a cose che umane non sono, può aiutarci a comprendere le ragioni di quel mondo che diciamo “inanimato” e che, tanto spesso, ignoriamo negandogli ascolto, rispetto e dedizione, fino a quando questo mondo non ci presenta il conto della nostra incuria?”

Eventi collaterali

In occasione dell’apertura del convegno internazionale. Il risveglio di Encelado: un’indagine transdisciplinare sul rischio e il disastro geologico, il Sistema Bibliotecario di Ateneo presenta una mostra curata da Laura Gigli, Cinzia Romagnoli e Elena Franchini.

L’esposizione propone una selezione di opere provenienti dalle collezioni del Sistema Bibliotecario di Ateneo, tra cui la Naturalis Historia di Plinio (1539) e il commento di Landino alla Divina Commedia (1484), affiancate da altre testimonianze letterarie e scientifiche, con opere — tra le altre — di Voltaire e Humboldt. Una sezione è dedicata agli eventi sismici locali, come il terremoto in Toscana del 1846, mentre la rassegna si conclude con una scelta di volumi moderni sul tema, consultabili dal pubblico.

Dopo la presentazione del 17 dicembre, la mostra sarà visitabile dal 18 dicembre al 30 gennaio presso la Biblioteca di Italianistica e Romanistica del Polo 6 (chiusa dal 24 dicembre al 6 gennaio), dal lunedì al venerdì, con orario 9.00–20.00, ingresso libero.

Fonte: Università di Pisa - Ufficio Stampa

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