Firenze per la Palestina dopo l’inchiesta sui fondi ad Hamas: "Persecuzione politica"

“A Firenze e in tutta Italia la nostra risposta deve essere chiara: solidarietà attiva e mobilitazione”. È l’appello lanciato da Firenze per la Palestina in un volantino diffuso sui social e sui canali di messaggistica dopo l’arresto di nove persone nell’ambito dell’inchiesta sui finanziamenti ad Hamas, uno dei quali avvenuto nel capoluogo toscano.

Nel documento si sottolinea che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso “apprezzamento” per gli arresti, mentre Israele avrebbe definito l’operazione “importante nella lotta contro Hamas”, con i ringraziamenti del ministro israeliano della Diaspora Amichai Chikli. “Noi diciamo: questa è una persecuzione politica e un appoggio al genocidio del popolo palestinese”, si legge nel volantino.

Tra gli arrestati viene citato Raed Al Salahat, fermato a Firenze, indicato come “un attivista, descritto come ‘fiancheggiatore’”, ma “conosciuto da tutti per il suo lavoro nella solidarietà”. Firenze per la Palestina definisce i nove arrestati “attivisti per i diritti umani e solidali della resistenza legittima di un popolo”, sostenendo che “la solidarietà non è terrorismo” e che le associazioni coinvolte “raccoglievano fondi per aiuti umanitari”.

Nel testo si afferma inoltre che “Hamas, come autorità di governo a Gaza, gestisce scuole, ospedali e servizi essenziali” e che “anche se una parte servisse alla resistenza armata, essa è legittima di fronte a un’occupazione militare, un diritto riconosciuto dal diritto internazionale”. Secondo il movimento, Hamas “è parte del popolo e della resistenza palestinese” e “ha vinto regolarmente le elezioni nel 2006”.

Il volantino parla infine di “regime di intimidazione per criminalizzare il movimento di solidarietà, colpire chi denuncia lo sterminio del popolo palestinese e fare un favore alla propaganda sionista” e rilancia l’appello alla mobilitazione: “Partecipiamo a tutte le iniziative di protesta, diffondiamo la verità su questa operazione repressiva, esigiamo la liberazione immediata di tutti gli arrestati”.

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