La Polizia di Stato è intervenuta a favore di una giovane donna della Valdichiana con l’ammonimento di B.M. , quarantanovenne cittadino italiano residente ad Orvieto.
La donna, agli inizi dello scorso mese decide di rivolgersi al Commissariato di P.S. di Chiusi presentando istanza al Questore di richiesta di ammonimento per una serie di atti persecutori ricevuti sin dallo scorso anno da parte di un uomo da lei frequentato.
La frequentazione è iniziata a ottobre 2018 ed è terminata per volontà della stessa donna alla fine di aprile di quest’anno.
Intimorita dalle reazioni dell'uomo, la donna decide di troncare il rapporto con un messaggio Whatsapp. Già più volte aveva manifestato tali intenzioni, ma lui reagì solo con repentini cambiamenti di umore dell’uomo sfociati in vere e proprie aggressioni verbali. In tali occasioni, infatti, le aveva detto frasi offensive apostrofandola anche come “una poco di buono”.
Quando erano vicini l'uomo si era imposto avvicinandosi troppo a lei, costringendola ad arretrare. "Non mi devi più lasciare", avrebbe affermato.
Una volta ricevuto il messaggio WhatsApp, l'uomo ha iniziato a molestarla con telefonate, sms e messaggi WhatsApp e la donna . in un primo momento, aveva risposto cercando vanamente di spiegare all’uomo le sue ragioni, poi ha preferito desistere. Nel corso di una delle telefonate, nell’aprile scorso, la vittima si è vista costretta a registrare le conversazioni sempre più frequenti e pericolose.
L’uomo era arrivato al punto di presentarsi sotto l’abitazione della donna chiedendole con insistenza tramite sms inviati sulla vecchia scheda telefonica (era stata costretta a cambiare numero) di scendere ed uscire di casa.
L’insistenza dell’uomo ha costretto la vittima a chiamare la Polizia ed i Carabinieri più volte. Tale decisione, veniva comunicata tramite messaggio telefonico anche al B.M. che a quel punto preferiva allontanarsi non facendosi trovare al momento dell’arrivo delle forze dell’ordine. Negli ultimi tempi, la donna, non era neanche più libera di passeggiare in campagna con il proprio cane perché continuavano ad arrivare telefonate. La paura ingenerata in lei dal tenore dei messaggi e delle telefonate, più volte, l’hanno costretta a fare rientro in casa e a rivolgersi anche ad associazioni per le donne con bisogno di supporto psicologico.
Quindi dopo attente ed oculate indagini svolte dai poliziotti delle squadre investigative del Commissariato di P.S. di Chiusi e della Divisione Anticrimine della Questura di Siena è stata ritenuta fondata l’istanza proposta dalla vittima. Il comportamento mantenuto da B.M. è stato considerato illegittimo e persecutorio.
Pertanto, il Questore Capuano ha provveduto con ammonimento nei confronti dello stesso B.M. disponendo l’obbligo di tenere una condotta civile conforme alla legge e di astenersi dal reiterare qualunque comportamento persecutorio nei confronti della donna, con l’avviso che qualora continuasse a mantenere comportamenti persecutori analoghi, sarà denunciato d’Ufficio all’Autorità Giudiziaria. La pena prevista per tali fatti è piuttosto pesante infatti è punita con la reclusione fino a quattro anni.
Notizie correlate
Tutte le notizie di Siena
<< Indietro





