
La nostra città è ricca di terreni che derivano dalla sua costituzione agricola di solo pochi decenni fa. Purtroppo molti di questi terreni sono incolti ed abbandonati. I proprietari non sanno che farne, e spesso diventano ricettacolo di sporco se non peggio. Oggi un gruppo di cittadini e di volontari ha recuperato a proprie spese un terreno molto ampio, a fianco di via Maccatella, recuperandolo ad orti urbani e sociali. Con un accordo privato il terreno è stato dato in concessione gratuita, per solamente un anno, dalla PISAMO all'associazione Ortipisani, che ha coinvolto alcuni soci ed alcuni liberi e volenterosi cittadini, per trasformarlo in 60 orti. E' il quarto terreno che l'associazione converte ad orti, il secondo a Pisa, raggiungendo così la quota di 100 preselle dall'incolto al coltivato. “Lo scorso anno abbiamo aperto 30 orticelli in via di Parigi”, dice Giuliano Meini presidente dell'associazione “ dove abbiamo anche realizzato un pozzo che dobbiamo ancora pagare. Purtroppo non abbiamo nessun contributo pubblico, ma solo buona volontà ed energia. Tutti i costi sono pagati dai nostri soci”. L'associazione chiede a chi prende l'orto di impegnarsi a non usare prodotti chimici ed a questo scopo fa corsi gratuiti per la coltivazione con i criteri dell'agricoltura biologica, preferendo gli ortaggi locali ed il recupero di varietà antiche, più buone e più adatte alla cura della biodiversità, anche se richiedono una maggior attenzione, qualità che ai soci di Ortipisani non manca.
L'aspetto economico è rilevante per tutto il ciclo di produzione. Per esempio, una piantina di pomodoro costa 80 centesimi: dopo tre mesi di crescita, concime e acqua si raccolgono dai 3 ai 5 kg di pomodori. L'associazione Ortipisani propone invece di partire dalla semina. Agli ortisti infatti propone molti corsi, al termine dei quali consegna un pezzetto di terra proprio come se fosse materiale didattico. I corsi sono dedicati al seme, alla sua germinazione e crescita, e poi sul farsi le piantine da sé ed infine su come coltivarle fino alla raccolta. In questo modo i corsi dell'associazione permettono di abbattere i costi, e di avere anche un ritorno economico sul tempo e il denaro speso: partendo da un seme, che costa meno di 1 centesimo, si raccolgono 5 kg (come da una singolapiantina). In un paio di solchi da 10 metri, come quelli degli orti ora aperti, si posano fino a 50 piante, per una raccolta di circa 250 kg: se si parte dai semi, seguendo i corsi dell'associazione, si risparmiano anche i 40 euro del costo delle piante.
Per la gestione dell’orto c’è un regolamento: https://ortipisani.it/regolamentoOrtiSociali.pdf
Agli ortisti è richiesta l’adesione all’associazione, con una tessera annua di 10 euro a cui, per questi orti, vanno aggiunti 20 euro di contributo per le spese. Non ci sono altre spese, né moduli da compilare. Gli ortisti devono occuparsi dell’attrezzatura e delle piante.
Quante cose posso produrre in 50mq?
Questi appezzamenti hanno, ognuno, circa 20 solchi lunghi 5 metri ciascuno. Per le tante domande che ogni ortista alle prime armi si pone, l’associazione mette a disposizione i propri esperti e una serie di corsi per l’autoproduzione: dai semi, alle piantine, alla crescita fino alla raccolta dei semi per le stagioni successive. Tutti i sabato mattina, dalle 10:30 alle 12:30, si fa il corso sull'orto, direttamente sui campi di via Maccatella: si impara a selezionare i prodotti più adatti al proprio terreno, a scegliere le varietà e a fare anche gli ibridi. Poi, per chi vuole approfondire, ci sono i corsi che l'associazione fa ogni venerdì nella propria sede al Museo Radico a Rigoli. I corsi sono arricchiti dal laboratorio di semina, in cui si insegna a farsi le piantine da soli partendo dal seme. Le semine vengono poi collocate nella serra dell’associazione e quando le piantine sono pronte possono essere trasferite nei singoli orti. L’approccio, oltre che biologico, è rispettoso delle caratteristiche di ogni terra: «Un tempo – spiega ancora Meini – si seminava solo in funzione delle scelte umane e si forzava magari il terreno a produrre ortaggi non sempre adatti, anche aggiungendo prodotti chimici. Il nostro metodo è diverso: aiutiamo prima l’ortista a conoscere la sua terra, a valutare quale ecotipo funziona meglio e poi procedere con la coltivazione. È la pianta che, nella sua espressione varietale, trova il giusto adattamento col terreno. Si tratta dell’alfabeto del rapporto con il territorio, nel suo significato più autentico». Ogni ortista può gestire in piena autonomia (coerentemente con il regolamento) il proprio spazio, dando voce alla propria individualità, gusti e preferenze. Il fatto di avere più lotti contigui favorisce lo scambio di esperienze, di attrezzature, di consigli, di tempo, nonché la relazione fra gli appassionati, che si possono così aiutare a vicenda.
Fonte: Orti Sociali Onlus
Notizie correlate
Tutte le notizie di Pisa
<< Indietro





