
L’acronimo L.U.N.A. (Luna, Universo, Noi, Allunaggio) scelto per questa esposizione commemorativa vuole intrecciare a Leonardo una serie di suggestioni che lo caratterizzano.
Leonardo è l’esempio dell’uomo universale, del Genio, che ha percorso tutti i campi del sapere e ne ha posto l’uomo al centro. Ne ha studiato i reciprochi meccanismi matematici ed evolutivi, nonché strutturali.
Dell’Universo costruì uno splendido modello per uno spettacolo teatrale alla corte di Ludovico il Moro, dove i succedersi della luce diurna e notturna, diviene fondamento del meccanismo mutevole di ogni percezione.
Tutta la sua ricerca fu volta a poter padroneggiare l’arte del dipingere, tramite la conoscenza, in primis, delle cose rappresentate, dell’ambiente in cui sono poste e del modo in cui le percepiamo.
Proprio alla Luna Leonardo assegna un ruolo fondamentale: partendo dalla doppia reciproca riflessione della luce, individua nella vibrante luminosità cinerea della Luna la base del suo “sfumato”: luce smorzata, riflessa, diffusa che rende i corpi privi di un vero confine così quasi da disperdersi nello spazio circostante. Al lume di luna è dipinta la “Vergine delle rocce”, su cui Dino Campana comporrà la lirica “Chimera”: “…per il tuo vergine capo reclino/ io poeta notturno vegliai le stelle vivide nei pelaghi del cielo”; di fronte a quella “fiamma pallida” non possiamo che “divenir taciturni”.
Tutto il mondo sta per Leonardo nei colori: «E il bianco metteremo per la luce senza la quale nessun colore vedere si pò, e ‘l giallo per la terra, il verde per l’acqua, e l’azzurro per l’aria, e ‘l rosso pel foco, e ‘l nero per le tenebre».
L’Universo è ordinato in leggi matematiche, ma in evoluzione, continuamente riplasmato; quell’impronta del primo piede sulla luna tempestata dai meteoriti certo lui l’ha sognata per primo.
Ferruccio Busoni voleva comporre un’opera su Leonardo inteso come un Faust italiano; scelse poi quest’ultimo. Nelle parole del suo libretto ritroviamo tutto Leonardo: “La luce del giorno non è propizia agli incantesimi… stelle apparite. Illuminate il firmamento”. ..“fammi abbracciare il mondo, l’oriente e l’occidente, … fa’ che io ne accresca in modo finora impensabile la loro grandezza. Dammi il genio e tutto il suo tormento in modo che non si mai esistito uomo più felice di me. ,… Oh, fa che io tenga fra le mie braccia il mondo. Fa che io possa comprendere pienamente l’agire umano, e che io possa spostare in avanti le frontiere della conoscenza. Accordami il genio e il dolore che l’accompagna. Fai di me un essere libero”
Fonte: Ufficio Stampa
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