
Le urla strazianti, il crepitio delle mitragliatrici, la disperazione di mamme che vedevano uccidere i propri figli e i propri familiari. Con lo spettacolo "L'ultimo fiume", ideato e diretto da Firenza Guidi, ieri il Padule di Fucecchio, nella frazione di Massarella, ha rivissuto i tragici momenti dell'Eccidio del 23 agosto 1944 quando i soldati nazisti uccisero 174 persone, in gran parte donne e bambini. La rappresentazione dell'associazione Elan Frantoio è stata l'atto conclusivo della commemorazione promossa dal Comune di Fucecchio per mantenere vivo il ricordo di quei fatti a 75 anni di distanza.
All'invito dell'Amministrazione comunale, rappresentata dal vicesindaco Emma Donnini, dall'assessore alla memoria Daniele Cei, dall'assessore Fabio Gargani e dal presidente del Consiglio comunale Marco Padovani, hanno risposto tanti Comuni, la Regione Toscana, con l'intervento dell'assessore Vittorio Bugli, e tantissime associazioni. Particolarmente toccante la cerimonia al Giardino della Memoria dove, dopo la deposizione della corona di alloro al monumento, gli interventi istituzionali sono stati preceduti dalla lettura di alcune poesie da parte dei ragazzi del gruppo #fucecchioèlibera. Tutti i momenti della cerimonia, a partire dal raduno in piazza 7 Martiri, sono stati accompagnati dalle musiche della Fanfara dell'associazione bersaglieri sezione "Aldo Marzi" di Firenze.
Prima della commemorazione, il vicesindaco Donnini e l'assessore Cei, insieme ai ragazzi di #fucecchioèlibera e ai rappresentanti dell'Associazione Il Padule, si sono recati a deporre i fiori ai cippi in Padule, atto con cui di fatto si é inaugurata questa giornata della memoria.
"Questa commemorazione ricorda la vastità dell'offesa che il nazifascismo inflisse al nostro Paese. Nell'Eccidio del Padule di Fucecchio i nazisti uccisero a sangue freddo 174 civili, tra cui molti anziani, e 63 donne. Anche 27 bambini furono trucidati. Tutti con un nome e con una vita che potevano avere ma che non hanno mai vissuto". Lo ha detto ieri l'assessore regionale alla presidenza Vittorio Bugli deponendo, assieme alla vicesindaca di Fucecchio Emma Donnini, una corona d'alloro in ricordo delle vittime.
"Tutti i bambini trucidati nelle varie guerre – ha aggiunto Bugli - hanno un nome. Come lo hanno i bambini e le persone che ancora oggi sono oggetto di stragi o vittime comunque in altro modo di guerre, lotte civili, conflitti, migrazioni. L'estate del '44 è la stagione delle stragi nazifasciste in Toscana. Furono più di 280 i Comuni interessati 83, i morti tra i civili furono circa 4.500. Con la loro partecipazione attiva alle stragi dell'estate 1944, i fascisti scrissero un'altra pagina infame della loro collaborazione con l'occupante nazista".
L'eccidio si consumò solo undici giorni dopo la strage di Sant'Anna di Stazzema, a conferma che esisteva una strategia del sangue e della violenza cieca "contro i disarmati" ha osservato Bugli. Le vittime venivano da Fucecchio, Monsummano, Ponte Buggianese, Lamporecchio, Pieve a Nievole, Montecatini Terme, Larciano, Cerreto Guidi e Uzzano. Solo una settimana dopo l'eccidio, il 1° settembre '44, Fucecchio fu finalmente liberata dai tedeschi.
Bugli ha sottolineato ancora come quella memoria debba essere tenuta viva, soprattutto oggi. "Segnali preoccupanti di populismo, di razzismo e di xenofobia punteggiano la carta politica italiana ed europea provocando un allarme crescente e giustificato: ricordiamoci, oggi, i disastri di un uso strumentale ed aggressivo dell'identità nazionale. Dare spazio ad atteggiamenti ispirati a razzismo e xenofobia è un comportamento di assoluta gravità. Non si tratta di esternazioni incaute o estemporanee: in Italia il razzismo ha una storia ed una preistoria, un sommerso, il cui vertice in termini di organizzazione ideologica e di volontà politica, si situa nel Ventennio fascista e soprattutto nella seconda metà degli Anni '30 ed ha lasciato ferite profonde e mai rimarginate".
Da quegli anni non solo l'Italia ma anche l'Europa è uscita diversa, "con i valori della pace, della libertà e della solidarietà". "Si è affermato - ha proseguito Bugli - un 'modello sociale europeo' che ha rappresentato e rappresenta uno strumento di coesione sociale, di diritti sostanziali e di promozione dell'uguaglianza. Un modello che va difeso perchè riconosce la dignità della persona come valore primario. È l'Europa che difende la libertà di espressione, di religione, di orientamento sessuale. È l'Europa che tutela l'integrità della persona. È l'Europa che sostiene chi è vulnerabile e che ha fatto del proprio sistema di welfare un modello universalmente riconosciuto".
Bugli ha quindi concluso con un riferimento alla situazione politica attuale, alla crisi di governo dalla quale in questi giorni il Paese sta cercando di uscire. "Non c'è democrazia se c'è la lacerazione della politica. L'Italia deve ritrovare la politica che si merita, gli italiani devono avere i rappresentanti che si meritano, i giovani devono ritrovare la voglia di capire, studiare, approfondire, sentire dentro i sentimenti che suscita affrontare i temi del mondo, anche attraverso la cultura, ed avere diritto di farlo, pretendendo di farlo, con lo strumento della buona politica".
Durante le celebrazioni dell'Eccidio il momento della memoria è stato affidato allo spettacolo teatrale "L'ultimo fiume" dell'Associazione Elan Frantoio, che si è tenuto nella frazione Casotto del sordo. Lo spettacolo è stato ideato e diretto dalla regista Firenza Guidi, la cui stessa famiglia fu colpita dalla violenza nazista: suo nonno e suo zio furono fucilati. In serata ad Anchione, nel comune di Ponte Buggianese, si è tenuta una messa solenne per le vittime, poi le note della Filarmonica Nucci hanno chiuso uno degli eventi commemorativi che continueranno fino al 7 settembre.
- (foto da Facebook)
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