Polo socio sanitario, Pro Volterra: "Servizi e Infrastrutture, entrambi i pilastri scricchiolano"

Più volte ci hanno detto che per motivi di sicurezza si è dovuto chiudere momentaneamente alcuni reparti, altri definitivamente,  tutto questo perché la sicurezza ha parametri da rispettare e responsabilità; peccato però che questa stessa sensibilità  e responsabilità non vengano adottate nei confronti del diritto alla salute dei cittadini di Volterra/Val di Cecina come definito dai nostri padri costituenti.

Non può sfuggire che interrompere un servizio è una soluzione estrema e che da un punto di vista aziendale vuol dire carenza di programmazione, vuol dire che la rete, tanto decantata, non funziona, e questa responsabilità nelle aziende viene soppesata.

Nel recente consiglio aperto che ha avuto come tema la sanità, con un “tutto esaurito” a dimostrazione dell‘importanza del tema e dell’interesse che suscita nella città, ancora una volta sono state espresse con passione le carenze ed i timori che da tempo paventiamo circa il futuro del nostro Ospedale.

Difficile tranquillizzarsi senza che da Asl/Regione, che rappresentano i veri interlocutori, arrivino concrete risposte; intanto comunque possiamo augurarci che “ Guelfi e Ghibellini” del nostro territorio producano e sostengano un documento unitario dando forza alle richieste.

Ci sembra per questo doveroso proporre alcune riflessioni: quanto tempo possiamo aspettare per veder concretizzare vaghe promesse, ed ancora, quali potrebbero essere gli effetti di un eventuale disimpegno nei confronti della nostra struttura ospedaliera? in questa ultima ipotesi è facile prevedere un “effetto domino” su tutte le strutture che hanno come presupposto la presenza dell’Ospedale.

La nostra comunità per vivere ha bisogno di due pilastri, “ servizi e  infrastrutture”.

Le infrastrutture sono le nostre strade, i nostri lenti e obsoleti sistemi di collegamento, sempre più inadeguati per una società che corre.

I servizi sono anzitutto il nostro ospedale e non solo, ma se analizziamo bene la situazione, entrambi i pilastri scricchiolano, non sono solidi, ed allora è logico chiedersi come costruire, come dare sviluppo al territorio, come essere  attrattori di investimenti, come creare lavoro, come invertire il lento, incessante spopolamento di Volterra come della intera Val di Cecina ?

L’Ospedale è un elemento centrale del nostro tessuto sociale e come tale abbiamo il diritto/dovere di tutelare questa realtà, ma  non è sufficiente aspettare che la soluzione ci venga calata dall’alto, perché il tempo ci ha dimostrato quanto sia illusorio pensare che alle richieste ci siano adeguate risposte.

E’ opportuno e forse indispensabile pensare dunque ad un piano  di salvaguardia che garantisca la tenuta del nostro territorio, per  uscire dall’incertezza, ed  elaborare un’inversione di tendenza.

“Di necessità virtù” o come dicono gli inglesi “Necessity is the mother of invention”: tutto ciò per dire che dobbiamo pensare in modo diverso il nostro ospedale, così necessario, importante, determinante.    Forse allora dobbiamo ipotizzare un percorso che porti alla costituzione di un unico “polo socio sanitario” a capitale pubblico/privato che possa ottimizzare e raggruppare tutte le nostre strutture sanitarie, Ospedale, Rems, Santa Chiara, Auxilium Vitae ed Inail.   D’altra parte, abbiamo già un’esperienza comparabile sul nostro territorio, perché “Auxilium Vitae” è una realtà positiva, qualificata e consolidata, da cui forse dovremmo semplicemente muoverci e trarne ispirazione.

La nostra è una proposta su cui invitiamo a riflettere, per sentirci più partecipi del nostro futuro, consapevoli che nessuno è mai venuto a donarci qualcosa, mentre è lunga la lista di quanto ci è stato tolto e quanto abbiamo rischiato di perdere: di fronte a situazioni critiche, in altri momenti abbiamo saputo mettere in campo impegno e convinzione, come adesso dovremo fare a sostegno del nostro ospedale.

Fonte: Pro Volterra

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