
Si è costituito uno dei membri della banda dei 'telefonisti' che truffavano anziani chiedendo risarcimenti per incidenti inventati che coinvolgevano figli o familiari. Era rimasto l'ultimo non ancora catturato dopo la retata del 24 giugno a Napoli, partita dai carabinieri di Siena. L'uomo era tra i promotori della banda smantellata nell'operazione Vulturius ma era sfuggito alla cattura perché a giugno si trovava in Germania, dove si era dato al commercio di abbigliamento. In una nota dei carabinieri di Siena viene spiegato il loro metodo di azione:
Un nucleo di “telefonisti” che si occupava di ingannare le vittime, capeggiava un più ampio gruppo di corrieri o “trasfertisti”, che andavano a prelevare denaro e gioielli nelle città scelte per le incursioni predatorie. Avevano un metodo perfetto per rendersi imprevedibili. I capi sceglievano la città ove operare solo al mattino della partenza di un treno dalla Stazione centrale partenopea e Siena era stata bersagliata più volte. Gli inviati potevano contare su un biglietto ferroviario e sul rimborso di un taxi che li avrebbe condotti poi nel quartiere residenziale dove avrebbero operato. Erano loro a scegliere la vittima sul posto, comunicando un indirizzo ai telefonisti, che sulle pagine bianche avrebbero rinvenuto il numero di telefono fisso della vecchietta di turno, a cui sarebbe stata propinata la solita efficacissima storia dell’incidente stradale colposo occorso ad un figlio o a una figlia. Tale circostanza rendeva necessario un risarcimento immediato, prima che le cose si complicassero in maniera esponenziale. Questa era la tesi sostenuta. Un’alta percentuale delle persone individuate cadeva nel tranello, complice anche la particolare abilità dei telefonisti, sempre molto convincenti. La banda, fra Napoli, Milano e Lago di Garda, disponeva anche di una efficace rete di ricettatori dell’oro rubato e si occupava anche di truffe ai compro oro.
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