
Ci sono professori e professori. Ci sono quelli che ti hanno fatto odiare la scuola e quelli, la maggior parte, che si perdono nei cassetti della memoria; ma ci sono anche quei professori che incidono il loro nome a carattere cubitale sul libro della tua vita.
Umberto Manopoli era uno di quelli. È morto sabato 28 settembre a causa di una breve malattia, aveva 78 anni. Ai funerali, che si sono tenuti martedì 1 ottobre, oltre ai familiari e agli amici, erano presenti tantissimi studenti, i 'suoi 'ragazzi', quelli a cui ha dedicato la sua vita. Nacque a San Miniato nel 1941, ha frequentato il liceo classico di Empoli, poi si è trasferito ed è cresciuto a Firenze, qui si è laureato. Ha insegnato Lettere per 42 anni, prima al Pontormo di Empoli, poi per più di venti anni al Liceo classico Michelangelo di Firenze.
Una vita ad insegnare, anni che hanno lasciato un segno in centinaia di studenti. A dimostrarlo è l'affetto dimostrato in questi giorni, con la vicinanza di tantissimi di loro alla famiglia e i messaggi spontanei di condoglianze. Davvero tanti quei ragazzi che grazie a quel professore definito "coltissimo e severissimo", hanno trovato ispirazione per costruire a loro vita: non insegnava solo qualche nozione di metrica, ma era in grado di far innamorare di curiosità anche lo studente più difficile, quello su cui nessuno avrebbe puntato (e tra di loro è 'spuntato' anche qualche brillante scrittore). Un uomo schivo, all'apparenza 'burbero', ma capace di tessere un legame speciale con chiunque fosse pronto ad entrare in quell'universo fatto di un amore sconfinato per la letteratura e la cultura in generale. Manopoli non era solo un professore, ma anche un "maestro di vita", in grado di diventare un punto di riferimento umano ed intellettuale per tanti, persona un po' schiva di cui è difficile persino trovare una foto, ma certamente un uomo generoso.
Uomo di grandissime conoscenze, sentiva la cultura come un dovere e un bisogno. E fino ai suoi ultimi giorni non ha mai pensato di alzare la testa dai suoi libri: ha realizzato piccoli studi su Luzi, Pirandello e altri autori italiani, ha collaborato alla realizzazione di un'antologia per le scuole professionali, sono infine moltissimi i commenti e le analisi di prosa o poesia che spesso uscivano dalle sue mani. Nonostante fosse in pensione era tra gli animatori più attivi delle iniziative di tipo culturale dell'Associazione Lib(e)ramente-Pollicino (di cui è stato presidente) e della BiblioteCaNova Isolotto di Firenze, dal banchino dei libri ai progetti Artigiani della Lettura, fino al Romanzo a più mani e ai Salotti Letterari. Tutte iniziative che avevano come scopo quello di lasciare negli altri un po' di quell'amore che aveva per i libri e per la scrittura, un impegno questo che il professor Manopoli si era preso prima di tutto con sé stesso, ma a servizio degli altri.
Tutti lo conoscevano tra i frequentatori della biblioteca e i partecipanti alle iniziative dell'Associazione. Proprio il direttore della Biblioteca ha voluto dedicargli due righe: "Umberto è stato per la biblioteca, prima per l'Argingrosso e poi per BiblioteCaNova, un amico leale e sincero [...] ha animato e reso servizio a favore della vita culturale della biblioteca e di tutto il territorio. Si è trattato di un servizio umile, schivo, a tratti burbero, come era nel carattere generosissimo e "brontolone" del suo autore. Un servizio che non amava apparire o farsi bello, ma che operava in silenzio e dedizione. Veramente non sappiamo cosa ci attenda dopo la morte, ma una cosa la sappiamo bene: che quello che facciamo in vita, lo lasciamo in eredità alle persone che vengono dopo di noi. E che in questa eredità sopravvive il ricordo di chi siamo stati: di come lo siamo stati".
Il professor Manopoli è sepolto al cimitero di Trespiano. Lascia la moglie e la figlia.
Notizie correlate
Tutte le notizie di Empoli
<< Indietro





