Detenuti aggrediscono due poliziotti penitenziari nel carcere di Livorno

Giornata di follia e violenza ieri, lunedì, nel carcere di Livorno, con due appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria aggrediti da altrettanti detenuti. Lo denuncia in un comunicato stampa la Segreteria Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.

“Quel che è accaduto dieri nella Casa Circondariale di Livorno, con la violenta aggressione a due poliziotti, ha riportato alla ribalta le difficoltà della struttura detentiva e delle gravi condizioni operative nelle quali lavora ogni giorno il personale di Polizia Penitenziaria. Dove sono ora quelli che rivendicano ad ogni piè sospinto più diritti e più attenzione per i criminali ma si scordano sistematicamente dei servitori dello Stato, come gli Agenti di Polizia Penitenziaria e gli appartenenti alle Forze dell’Ordine, che ogni giorno rischiano la vita per la salvaguardia delle Istituzioni?”, si chiede provocatoriamente la Segreteria Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.

Ieri la prima aggressione si è verificata nel Reparto Alta Sicurezza, dove l’Agente di Polizia Penitenziaria in servizio è stato aggredito da un detenuto sottoposto alla sorveglianza particolare per le sue intemperanze mentre questi stava accendendo al cortile dell’ora d’aria. Poi, un vice ispettore è stato schiaffeggiato al Reparto Transito da un altro detenuto.

Per il SAPPE “quel che è accaduto, di una violenza inaccettabile, ci ricorda per l'ennesima volta quanto sia pericoloso lavorare in un penitenziario. Rinnoviamo, alla luce del grave fatto accaduto a Livorno, la richiesta di un incontro con il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede per affrontare eventuali interventi che possano essere messi in campo dalla politica. Per altro, sarà anche l’occasione per evidenziare al Guardasigilli che la realtà detentiva italiana è più complessa e problematica di quello che lui immagina e che il SAPPE denuncia sistematicamente”.

Netta è la denuncia del SAPPE: “Da tempo il SAPPE denuncia, inascoltato, che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, l’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, la mancanza di personale – visto che le nuove assunzioni non compensano il personale che va in pensione e che è dispensato dal servizio per infermità -, il mancato finanziamento per i servizi anti intrusione e anti scavalcamento. La realtà è che sono state smantellate le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali, con detenuti di 25 anni che incomprensibilmente continuano a stare ristretti in carceri minorili. A Livorno mancano Agenti di Polizia Penitenziaria e se non accadono più tragedie di quelle che già avvengono è solamente grazie agli eroici poliziotti penitenziari, a cui va il nostro ringraziamento. Per questo nelle carceri c’è ancora tanto da fare, ma senza abbassare l’asticella della sicurezza e della vigilanza, senza le quali ogni attività trattamentale è fine a se stessa e, dunque, non organica a realizzare un percorso di vera rieducazione del reo”.

Fonte: Sappe - ufficio stampa

Notizie correlate



Tutte le notizie di Livorno

<< Indietro

ISCRIVITI alla newsletter quotidiana di gonews.it

Ogni giorno alle 19 le notizie più importanti

torna a inizio pagina