"Vogliamo telecamere nelle case di cura", l'appello delle associazioni toscane

Che fine ha fatto la proposta di legge sulle telecamere negli asili e nella case di cura e di riposo? Perché e da chi è stata bloccata? Nel 2018 l’approvazione della legge sembrava cosa fatta, oggi al contrario appare ancora lontana.

Le Associazioni toscane “I ragazzi di Cerbaiola” ed “In nome dei diritti” tramite i loro Presidenti Rolando Terreni ed Alessandro Martini, chiedono lumi al Ministero per le disabilità ed all’On. Gabriella Giammanco (FI), prima firmataria della proposta di legge.

L’installazione delle telecamere a tutela degli anziani e dei bambini è ferma in Parlamento da molto, troppo tempo: "la Camera l’ha approvata il 23 ottobre 2018, e da allora nulla si è più mosso". La misura si inserisce in una proposta più ampia che prevede “Norme per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori nei servizi educativi per l’infanzia e nelle scuole dell’infanzia e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità e delega al Governo in materia di formazione del personale”, e porta la firma di Gabriella Giammanco (FI). Si richiede l'approvazione del disegno di legge al più presto.

Ci risulta che le strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità, a carattere residenziale, semiresidenziale o diurno, dovranno installare telecamere e apparecchiature per la conservazione delle immagini. A differenza delle scuole dell’infanzia che dovranno piazzare telecamere in ogni aula, lo stesso obbligo non varrà per le case di cura, per le quali si richiede genericamente che i sistemi di videosorveglianza vengono installati «nelle strutture».

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