La madre di Luana D'Orazio fa appello al governo: "Verificare gli atti del patteggiamento"

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(foto Csoa eXSnia)

Il giorno dopo al patteggiamento della pena di due imputati nel processo per la morte di Luana D'Orazio, la madre della giovane 22enne morta in un orditoio a Montemurlo il 3 maggio 2021, fa appello al governo: "Faccio appello al presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro della Giustizia Carlo Nordio per verificare gli atti del procedimento che ha portato al patteggiamento per i titolari della ditta in cui è morta mia figlia mentre stava lavorando" ha dichiarato Emma Marrazzo. Stabiliti due anni di reclusione per Luana Coppini titolare della ditta e 1 anno e 6 mesi per il marito Daniele Faggi, titolare di fatto. Al patteggiamento della pena la condizione dell'effettivo pagamento di un risarcimento di un milione di euro. Secondo la madre Marrazzo "la legge non è adeguata se permette di arrivare ai condannati a pene così lievi" aggiungendo che "è dimostrato che al macchinario a cui lavorava mia figlia erano state rimosse le sicurezze e messa una staffa più lunga del dovuto, che non era conforme, diversa da quella data in dotazione dalla casa madre produttrice dell'orditoio".

Una sentenza che "non rende pienamente giustizia per un atto gravissimo", ha aggiunto la Fiom di Firenze Prato e Pistoia che, in merito, ha proclamato un'ora di sciopero alla fine di ogni turno di lavoro per oggi, venerdì 28 ottobre.

Sulla stessa linea la Cgil di Prato che commenta, "un esito non in linea con la gravità della vicenda". Il segretario generale Lorenzo Pancini, in una nota aggiunge: "Anche se tecnicamente è tutto secondo norme e procedure, un sistema giudiziario non può prevedere pene da reato infinitamente minori per la morte di una lavoratrice, provocata dall’aver eluso le norme di sicurezza. La sicurezza non può essere considerata un costo, dal momento che c’è sempre in gioco la vita di lavoratrici e lavoratori. È bene non dimenticarlo mai".

"È una sentenza – conclude il segretario generale della Camera del Lavoro di Prato – che non rende piena giustizia a Luana e ai troppi morti sul lavoro, anche nel nostro territorio, e che rischia di non avere nessun effetto deterrente nei confronti di chi, per il profitto, è disposto ad eludere le cautele antinfortunistiche".



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