Fusione Peccioli e Lajatico, conto alla rovescia per il referendum "comune Alta Valdera"

I cittadini dei due comuni sono chiamati al voto domenica 10 e lunedì 11 dicembre 2023. I retroscena della proposta di fusione e le opinioni


Due comuni immersi nella campagna della provincia di Pisa, potrebbero unirsi. E saranno i cittadini a decidere. È partito il conto alla rovescia per il referendum sull'istituzione del "comune Alta Valdera", per la fusione di Peccioli e Lajatico, i cui sindaci sono rispettivamente Renzo Macelloni e Alessio Barbafieri.

Indetto per i giorni 10 e 11 dicembre 2023, con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 160 del 29 settembre, dopo il sì a stragrande maggioranza del Consiglio regionale, sarà possibile votare al referendum consultivo domenica dalle 8 alle 22 e lunedì dalle 8 alle 15.

Da un lato c'è Peccioli, conosciuta tra le altre cose per il Triangolo Verde dominato dai "giganti", l'impianto di smaltimento dei rifiuti di Legoli visitato da turisti e dove è possibile anche sposarsi. Ma anche per aver fatto dei festival, della cultura e dell'arte un pilastro, diffondendola in ogni luogo del borgo e delle frazioni. Un sistema che ha portato il comune oltre confine, dalla Biennale di Venezia a New York. Ma anche alla recente candidatura della Valdera come capitale della cultura. L'altro, Lajatico, si conferma da anni al primo posto in classifica come comune più ricco d'Italia: paese d'origine e residenza del tenore Andrea Bocelli, dove si trova anche il "Teatro del Silenzio", nell'ultimo ranking del 2023 i 985 contribuenti lajatichesi hanno dichiarato un reddito medio pari a 54.708 euro.

Come spiegato dai due comuni nella fase iniziale, che ha portato dopo incontri con la cittadinanza all'istituzione del referendum, il processo della fusione parte da lontano. Quando, oltre 20 anni fa, i 6 comuni di Capannoli, Chianni, Lajatico, Peccioli, Palaia e Terricciola decisero di dar vita al Parco Valdera, che negli anni successivi si è allargato e ristretto, dopo alcune uscite o fusioni, fino a formare le attuali Unione della Valdera, (8 comuni Bientina, Buti, Calcinaia, Capannoli, Casciana Terme Lari, Chianni, Palaia e Pontedera) e Alta Valdera, (4 comuni tra i quali Peccioli e Lajatico, Chianni e Terricciola) (Qui la storia). In sei anni, dal 2012 al 2018, sono state diverse le proposte di fusione in Toscana, alcune realizzate altre senza esito. Già il 6-7 ottobre 2013 ci fu una proposta per il referendum Alta Valdera tra Capannoli, Palaia e Peccioli, che non si concretizzò. Contrariamente alle vicine Casciana Terme e Lari, diventate uniche con il referendum lo stesso giorno, così come Crespina Lorenzana, solo per citare quelle in provincia di Pisa.

Intanto il percorso di fusione tra i due comuni è proseguito negli anni, fino ad oggi e agli ultimi recenti incontri del 5 e 6 dicembre con pecciolesi e lajatichesi. Adesso la prossima chiamata sarà con le votazioni: di seguito la lista completa delle sezioni

Sezione 1 – Lajatico, Scuola primaria "D. Tedeschi", via Garibaldi, 94
Sezione 2 – Lajatico, Scuola primaria "D. Tedeschi", via Garibaldi 94
Sezione 1 – Peccioli, Palazzo Scolastico, via dei Cappuccini
Sezione 2 – Peccioli, Palazzo Scolastico, via dei Cappuccini
Sezione 3 - Peccioli, Palazzo Scolastico, via dei Cappuccini
Sezione 4 - Fabbrica, Centro Polivalente, via Vittorio Veneto 46
Sezione 5 – Legoli, Palazzo Scolastico, via di Mezzo
Sezione 6 – Ghizzano, Palazzo Scolastico, via Santa Maria 1
Sezione 7 – Montecchio, Centro Polivalente, via della Chiesa 42

Fusione Peccioli Lajatico, le opinioni

Nell'occasione del voto in Consiglio regionale sul referendum, il 27 settembre 2023, il presidente della Regione Eugenio Giani salutò positivamente la fusione tra i due comuni: "Il nuovo Comune dell’Alta Valdera avrà una funzione strategica. Cercherò la soluzione giuridica per distribuire i vantaggi del sistema di smaltimento dei rifiuti del Comune di Peccioli in un contesto di Comuni più larghi, perché il disagio di Palaia, Terricciola, Fauglia, Capannoli deve essere tenuto in considerazione". Quanto alla valutazione dell’esito del referendum consultivo, "non abbiamo giurisprudenza univoca e la Toscana ha deciso in modi diversi in passato, ma dico già adesso che il nuovo Comune si dovrà costituire nel caso di un sì da parte di entrambe le popolazioni, mentre se prevalesse il no in uno dei due Comuni, la fusione non si dovrà fare".

In questi mesi si sono susseguite dichiarazioni pro e contro alla fusione. A novembre, sia a Lajatico che a Peccioli, furono affissi dei manifesti per il no. Ritenuti "inqualificabili e impresentabili", il sindaco Macelloni nell'occasione affermò: "Queste due realtà messe insieme su propositi di correttezza amministrativa e visione per il futuro, come riportato con chiarezza nella brochure che le due amministrazioni comunali hanno distribuito a tutte le famiglie, possono fare tantissime cose importanti per i propri cittadini e per l’intero territorio della Valdera. E per questo noi a Peccioli sosteniamo con forza la proposta di un Comune unico".

"Ho scritto una lettera a tutti i cittadini ed elettori di Peccioli, ricordando dell’appuntamento del 10 e 11 dicembre – spiega il sindaco Renzo Macelloni -. Ho ricordato loro che il referendum previsto per legge è consultivo, questo vuol dire che in teoria la Regione e l’amministrazione comunale potrebbero rispettare l’esito del voto. Noi abbiamo deciso comunque che rispetteremo rigorosamente l’esito del voto, quindi per questo è opportuno che ogni elettore eserciti il suo diritto/dovere di votare per non lasciare che altri scelgano al suo posto per un progetto così importante".

Nella lettera firmata dal primo cittadino di Peccioli anche le indicazioni di voto. Questa la frase riportata nel messaggio: «Devi barrare SI se sei d’accordo con la proposta dell’amministrazione comunale e il NO se sei contrario».

Tra i contrari alla proposta di fusione il Consigliere provinciale del centrodestra Paolo Moschi: "Non è un caso che la proposta non nasca dal basso, dalla volontà popolare, bensì per una forte spinta del sindaco di Peccioli. Possiamo comprendere le legittime ambizioni di un politico, ma ci chiediamo se sia giusto cancellare con una semplice votazione secoli di storia e di autonomia. Una autonomia che, in caso di fusione, mai più tornerà" afferma Moschi in una nota. "Inutile dire che a farne le spese maggiori sarebbero i cittadini di Lajatico e Orciatico, i quali diventeranno ultra-periferici, non avendo con tutta probabilità mai più un sindaco proprio, delegando ogni decisione a chi abita non proprio dietro l'angolo. Infatti se le discariche per sua natura non sono eterne, un Comune unico è una strada dalla quale indietro non si può più tornare. Abbiamo oggi in Toscana molti casi di amministrazioni di piccoli comuni che sono riusciti a riportare servizi ed abitanti nell'entroterra, grazie a idee innovative e tanta tenacia. Non lontano da noi abbiamo il caso di Casole d'Elsa, e più recentemente di Radicondoli. Lajatico ha una posizione invidiabile, una propria banca, e tra i suoi cittadini c'è uno dei personaggi più famosi al mondo. Lajatico può farcela da sola, puntando sulla qualità e sul turismo. E credo che anche da Volterra e dalla Valdicecina - conclude il Consigliere provinciale - si guardi con interesse a Lajatico sul versante turistico, come parte integrante di un un'unico territorio".

Già lo scorso anno avevano espresso contrarietà i gruppi locali di Fratelli d'Italia Alta Valdera e Lajatico: "Crediamo sia giusto difendere ad ogni costo la nostra storia, le nostre tradizioni".

È un no anche da Sinistra Italiana Valdera Valdicecina. "Non crediamo che sia necessario, in questo momento, andare alla soppressione dei due comuni potendo utilizzare lo strumento delle convenzioni sui servizi senza modificare le strutture esistenti ma ottimizzando risorse e costi" dichiarano dal circolo locale di SI. "Crediamo che, anche per quanto attiene la rappresentanza territoriale, in un’ipotetico consiglio comunale unico ci sia uno sbilanciamento (almeno teorico) tra gli abitanti dei due territori, 4600 Peccioli 1400 Lajatico a favore del primo. Le possibili candidature nel caso di accorpamento o della stessa impossibilità, nel caso le cose rimangano inalterate, sono un dato di cui tener conto e crediamo che nella proposta di "fusione" come lo chiama il "comitato per il NO", anche questa partita giochi un certo ruolo. Un nuovo comune e comunque un comune al di sopra dei 5000 abitanti aprirebbe la possibilità alla ulteriore nuova condidatura per Renzo Macelloni già sindaco in tre consigliature, naturalmente legittime legalmente, ma che attraversano ere politiche geologiche diverse e che avrebbero necessità di uno sguardo nuovo per le sfide che abbiamo di fronte". Sul No, prosegue SI Valdera Valdicecina, la creazione del nuovo ente "non da alcuna garanzia di prospettiva di migliori servizi per i cittadini, in Italia i comuni sotto i 5000 abitanti sono sempre il 70% e formano l’ossatura del nostro Paese. Nei piccoli comuni ci sono buone pratiche legate ad esempio alla filiera corta e per l’uso delle fonti rinnovabili così come le percentuali di raccolta differenziata della spazzatura è sempre piuttosto elevata. La storia e la coesione sociale di un territorio sono un elemento essenziale per garantire attenzione ai diritti dei cittadini e soddisfacimento dei bisogni, nel caso specifico, va poi considerato che due comuni di 92 e 73 km forse si governano meglio di uno di 165 con 10 centri urbani sparsi in aree collinari. Un NO - concludono da Sinistra Italiana - che guarda al futuro con le radici ben piantate sul territorio!".



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