
Dopo i funerali a Collesalvetti di Luigi Coclite e del rito ieri per il tunisino 54enne Mohamed Toukabri, oggi a Firenze è stata la volta della cerimonia funebre per gli ultimi tre operai che hanno perso la vita a causa del crollo avvenuto nel cantiere Esselunga, in via Mariti: Mohamed El Ferhane, 24anni, Taofik Haidar, di 45 anni, e Bouzekri Rachimi, 56 anni, tutti originari del Marocco. La funzione è stata celebrata dall'imam di Firenze Izzedin Elzir alle cappelle del commiato.
La salma di uno dei tre sarà trasferita a Bologna e poi in Marocco mentre le altre due saranno prima portate in Lombardia, dove avevano parenti e amici, per un altro rito funebre, per essere successivamente rimpatriate.
“Il nostro invito è a cambiare la cultura sul lavoro – ha dichiarato l’imam –, per salvaguardare la vita, per lavorare in sicurezza e pensare che la vita è più importante del profitto. Si guarda al guadagno e si dimentica la dignità dell'essere umano. Serve una legislazione nuova”.
Una messa in suffragio delle vittime
Nel trigesimo della morte dei cinque operai nel cantiere di via Mariti, venerdì 15 marzo alle 18, l'Arcivescovo di Firenze, card. Giuseppe Betori presiederà a nome della diocesi una messa in suffragio nella Chiesa dell'Ascensione di N.S. Gesù Cristo , la parrocchia del territorio.
"Come comunità cristiana vogliamo ricordare nella preghiera e affidare al Signore questi nostri fratelli che hanno perso la vita sul luogo di lavoro - dice l'Arcivescovo. Con la sofferenza nel cuore, che unisce tutta la città, desideriamo invocare consolazione per le loro famiglie, i loro cari che ne piangono la scomparsa avvenuta in modo così tragico e ingiusto. Nella preghiera vogliamo anche invitare tutti ad una cultura della cura, all'esercizio della responsabilità, perché il lavoro e le persone non siano considerate una merce, con le conseguenze drammatiche che ne derivano. Siamo gli uni gli altri custodi dei nostri fratelli. Nel tempo della Quaresima, chiediamo una 'conversione' sociale, un'etica morale personale e professionale che garantiscano per tutti e sempre dignità e sicurezza del lavoro".
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