Margherita Marzi si laurea a Milano con una tesi sulla confezione empolese: l'omaggio alla sua città

Margherita Marzi

Ventidue anni, empolese doc, ha raccontato la lunga tradizione del territorio a conclusione del percorso di studi: "Una storia che mi ha affascinato tantissimo"


È una lunga tradizione quella delle confezioni a Empoli, che affonda le radici nei secoli. Motore per l’economia del territorio il mestiere, che storicamente ha visto e vede tutt’oggi al lavoro tanti cittadini e cittadine maestri di ago e filo, adesso è anche protagonista di una tesi di laurea. L’autrice è Margherita Marzi, fresca di corona d’alloro con il titolo conseguito all’Accademia del Lusso, scuola di moda e design a Milano. Empolese doc, la 22enne ha concluso il suo percorso di studi specializzandosi in comunicazione, il 16 luglio scorso.

Ad accompagnare la nota finale, proprio l’elaborato sulla storia della confezione empolese dal Novecento a oggi. E la scelta del tema "è nata quasi per caso" racconta Margherita. "Dovendo fare una tesi inerente alla moda, parlandone in famiglia mio babbo mi aveva consigliato di rendere omaggio alla storia di Empoli. Ne avevo sempre sentito parlare, da generazione Z empolese ho sentito da nonni e genitori frasi come "quando lavoravo in confezione…" ma finora non avevo mai approfondito, credo come molti dei miei coetanei".

E così, tra libri e testimonianze di chi ha vissuto il lavoro, Marzi decide di mettersi all'opera. "Ho iniziato un po’ per sfida un po’ per curiosità, tramite ricerche bibliografiche e interviste in particolare a due proprietari di ex confezioni, un ex rappresentante e una sarta. Ho un po’ aperto questo vaso di Pandora, tirando fuori una storia che mi ha affascinato tantissimo - continua - e spero che questo emerga anche attraverso le pagine della mia tesi".

"Empoli e le confezioni: il Made in Italy dimenticato", video di Margherita Marzi

Paragrafo dopo paragrafo, si va dall’origine del mestiere ai suoi sviluppi: "A Empoli già alla fine dell’Ottocento c’erano le lavoranti a domicilio e le impagliatrici per i fiaschi" essendo la città incentrata sulla produzione del vetro. "Poi con l’inizio della Prima Guerra Mondiale - spiega Margherita - il Comune di Firenze chiese ai Comuni limitrofi, tra cui Empoli, di iniziare a produrre biancheria militare. A quel punto l’Unione Sarti, che era composta da quattro sarti empolesi, iniziò a investire il proprio tempo nella formazione del cucito per le sarte". E, alla fine della Grande Guerra, "si dice che si contassero già 655 sarte, su una città che aveva più o meno 16mila abitanti. E fu un crescendo fino alla Seconda Guerra Mondiale" e oltre, "sfruttando questo know how costruito quasi per necessità, per portare economia alla città". E adesso? "Inizierò a lavorare per un’agenzia di comunicazione" risponde la giovane, reduce dal recente traguardo festeggiato nella "sua" Empoli.

L'intervista su Radio Lady 97.7

Rivedi l'intervista di Margherita Marzi su Radio Lady 97.7
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