
Il verdetto è ufficiale: il Teatro della Pergola non sarà più un Teatro Nazionale. A nulla è valsa la richiesta di revisione presentata dalla Fondazione Teatro della Toscana dopo il declassamento comunicato lo scorso giugno dal Ministero della Cultura. La commissione ministeriale, pur rimaneggiata a seguito delle recenti dimissioni di tre componenti, ha confermato in questi giorni la sua posizione, ribadendo la riclassificazione della Pergola – e con essa dell’intero sistema della Fondazione – come Teatro di Rilevante Interesse Culturale (TRIC).
Un cambio di status che avrà conseguenze significative. In primo luogo sul piano economico, con una riduzione delle risorse destinate annualmente alla Fondazione. Ma anche sul fronte organizzativo e strategico, dove si aprono interrogativi sul futuro assetto direzionale. Si valuta, ad esempio, l’ipotesi di accorpare la direzione artistica con quella generale, ridefinendo così l’architettura gestionale della Pergola, del Teatro di Rifredi e del Teatro Era di Pontedera, tutti ricompresi nella Fondazione.
Nonostante le integrazioni documentali fornite e i richiami alla rilevanza storica del teatro fiorentino, la commissione ha ritenuto insufficienti gli elementi presentati per giustificare un ritorno al vertice del sistema teatrale italiano. Una decisione che ha suscitato amarezza nel mondo culturale, dove non sono mancate le prese di posizione a sostegno del direttore artistico Stefano Massini, figura centrale nella recente programmazione della Pergola.
Ora resta da capire quale sarà il futuro dell’intera rete teatrale toscana coinvolta nella decisione. Il dibattito è aperto anche a livello istituzionale, e toccherà al presidente della Regione Toscana e ai sindaci di Firenze e Pontedera indicare quale direzione vorranno intraprendere per salvaguardare il valore e il ruolo di questi presidi culturali, pur in un contesto di risorse ridotte e nuove sfide gestionali.
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