Torre di Caprona: sfuma l'ipotesi dell'acquisto da parte del Comune di Vicopisano

vicopisano bandiera arancione

I consiglieri di Vicopisano del Cambiamento - Roberto Orsolini, Marrica Giobbi, Mario Palmieri, Gian Matteo Giorgi - intervengono con una nota relativamente al Consiglio comunale del 13 agosto scorso, durante il quale sarebbe stato negato, con il voto contrario della maggioranza, l’esercizio del diritto di prelazione sulla Torre di Caprona.

"Dopo un lungo e acceso dibattito, la seduta straordinaria del Consiglio comunale del 13 agosto – convocata su impulso di Vicopisano del Cambiamento – si è conclusa con il voto favorevole di Roberto Orsolini e di Marrica Giobbi all’esercizio del diritto di prelazione sulla Torre di Caprona , mentre a Mario Palmieri e a Gian Matteo Giorgi, entrambi intenzionati a votare a favore dell'esercizio di prelazione, è stata negata la possibilità di farlo da remoto, nonostante sia previsto dall'articolo 75 del regolamento delle adunanze del Consiglio Comunale e del fatto è già stato informato il Prefetto di Pisa. La maggioranza si è invece espressa in blocco per il “no”, chiudendo definitivamente la possibilità per il Comune di acquisire il bene.

Nel corso della seduta è emerso che, anche in caso di voto favorevole, l’esercizio della prelazione sarebbe stato comunque compromesso da “problemi tecnici” dovuti al decorso dei termini interni previsti dal Comune. Un fatto che, a nostro avviso, testimonia chiaramente la volontà politica della Giunta di non perseguire questa opportunità.

Alla vigilia del Consiglio comunale, l’amministrazione ha ricevuto una lettera da una società privata che si è dichiarata interessata al recupero della Torre di Caprona in chiave turistica. Secondo i consiglieri di “Vicopisano del Cambiamento” (Roberto Orsolini, Marrica Giobbi, Mario Palmieri e Gian Matteo Giorgi), tuttavia, l’oggetto sociale di questa società – costituita nell’aprile 2025 con un capitale di 10.000 euro – non prevedrebbe attività di valorizzazione culturale, ma piuttosto settori come costruzione, ristrutturazione e gestione di immobili di qualsiasi tipo; attività legate al trattamento e riciclo di rifiuti industriali e inerti; gestione e bonifica di cave dismesse, discariche e terreni. Una circostanza che, spiegano, desta non poche preoccupazioni.

Pur riconoscendo la piena legittimità dell’attività privata, i consiglieri giudicano fuorviante la narrazione della maggioranza, che presenterebbe l’iniziativa come un progetto culturale. A riprova delle loro perplessità, sottolineano inoltre che dall’atto di acquisto non risulterebbero compresi i terreni necessari per l’accesso fisico alla Torre.

La società in questione risulta interamente controllata da un’azienda edile con sede nella zona, attiva dal 1999, con circa 25 dipendenti, un fatturato annuo di oltre 2,7 milioni di euro e un utile di circa 138mila euro. Secondo i consiglieri, la natura di tale impresa – il cui settore di riferimento è la costruzione di edifici residenziali e non residenziali – alimenta ulteriormente il timore che dietro l’operazione vi sia il rischio di una speculazione edilizia nell’area della Torre di Caprona.

La Giunta afferma che vi sarà un aumento del traffico, ma di “poca entità” poiché la viabilità è già frequentata da camion. Non si è invece discusso dell’impatto di rumori e polveri derivanti dallo scarico di materiali destinati alla cava, che interesseranno direttamente i residenti di Caprona.

Durante la seduta abbiamo inoltre sollevato il tema dell’Abbazia di San Michele alla Verruca e della strada di accesso – entrambi beni di proprietà comunale e da anni in stato di abbandono – ricevendo risposte poco chiare sugli eventuali interventi di recupero e manutenzione.

Per noi, questa è un’occasione storica persa e una scelta politica che priva la comunità di una possibilità concreta di recuperare e valorizzare un bene simbolico del territorio, legato alla nostra storia e identità.

Segnaliamo che, a seguito di questa vicenda, è stata presentata alla Camera dei Deputati un’interrogazione parlamentare (n. 4-05739 del 6 agosto 2025, primo firmatario on. Ziello) rivolta al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e al Ministero della Cultura. L’atto chiede di conoscere le circostanze della vendita della Torre di Caprona, verificare lo stato di tutela e l’eventuale esercizio del diritto di prelazione pubblico, avviare la bonifica delle cave dismesse nell’area, impedire destinazioni d’uso incompatibili e predisporre un piano urgente di messa in sicurezza della torre. Si chiede inoltre un piano di riqualificazione paesaggistica dei Monti Pisani, con particolare riferimento alla Cava di Uliveto e alla Cava di Caprona, luoghi da anni in stato di degrado. Speriamo anche che l’operazione non si trasformi, in futuro, in una mera speculazione edilizia con nuove abitazioni in vendita, snaturando ulteriormente il valore storico e paesaggistico dell’area.

E con la proprietà riconducibile a un’impresa del settore delle costruzioni edilizie (codice Ateco 412), il rischio che in futuro l’operazione si traduca in nuove abitazioni in vendita appare tutt’altro che remoto, snaturando ulteriormente il valore storico e paesaggistico dell’area."

Vicopisano del Cambiamento - Roberto Orsolini, Marrica Giobbi, Mario Palmieri, Gian Matteo Giorgi

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