
Al Chiostro degli Agostiniani in mostra i lavori degli studenti del Calasanzio, protagonisti di un percorso tra arte e identità
Con l’incontro Egocity: sviluppo di comunità sensibili svoltosi domenica 14 settembre nella cornice rinascimentale del Chiostro degli Agostiniani è calato il sipario sulla prima edizione del festival /contè.sto/, la kermesse che ha ripercorso gli interpreti e i linguaggi della storia contemporanea valorizzando i luoghi simbolo della memoria e del presente della città di Empoli.
Presenti all’appuntamento, il sindaco Alessio Mantellassi, l’assessore alla Cultura Matteo Bensi, l’architetto Mirco Donati, il curatore Sergio Risaliti, l’artista Marco Bagnoli, lo storico e critico d’arte Marco Bazzini e il direttore dell’Istituto Calasanzio Fortunato Rao.
Inserito nel programma di FUORI /contè.sto/, che di fatto ha rappresentato il laboratorio del festival principale, l’incontro di domenica ha consegnato ai numerosi presenti i buoni frutti del progetto Egocity, curato da Mirco Donati con il coinvolgimento di oltre cinquanta ragazzi tra le studentesse e gli studenti delle classi quarte e quinte del Liceo dell’Istituto Calasanzio. Questi ultimi i protagonisti di un percorso di ricerca e di riflessione articolato nel quadro del progetto realizzato durante l’anno scolastico appena concluso e anche i protagonisti della bellissima serata, in quanto hanno esposto nel Chiostro degli Agostiniani le loro opere.
“Tu chi sei?”: questo il quesito che Donati ha posto alle alunne ed agli alunni del Liceo Calasanzio all’inizio delle attività, invitandoli apertamente a misurarsi con l’espressione del proprio io, con la propria singolare unicità. La risposta di ciascuno ha così preso la forma di una rappresentazione plastica che raffigura la propria individualità e che, insieme, è il frutto di un cammino che li ha visti andare audacemente incontro a se stessi di là dai modelli standard dilaganti e in un dialogo intimo e intenso con il proprio mondo.
“Il progetto Egocity si propone di esplorare la singolarità dell’individuo come motore di sviluppo sociale, riconoscendo che ogni persona porta con sé un patrimonio unico di esperienze, talenti e potenzialità – ha spiegato Mirco Donati. In un’epoca di globalizzazione e omogeneizzazione culturale, Egocity mira a dare valore a questa individualità come elemento fondamentale per la crescita collettiva. Educare alla sensibilità significa formare cittadini capaci di empatia, di pensiero critico e di azione responsabile, pronti a costruire una società più equa e rispettosa delle diversità”.
“La scuola ha primariamente questo scopo – ha aggiunto Fortunato Rao: accompagnare ogni bambina e bambino, e poi ragazza e ragazzo, ad approfondire – esplorandolo – il cuore di quella singolarità della persona, il cuore del proprio essere e del proprio esserci. Dare credito, alimentare, tenere acceso, stimolare questo desiderio di bene che ogni persona ha nel suo imprinting umano, è il compito della scuola, è il lavoro quotidiano della scuola, è la contesa per poter arrivare a riconoscere il bene nell’altro che abbiamo accanto con cui, solo così, possiamo costruire ed essere “comunità sensibili”.
Fonte: Istituto Calasanzio - Ufficio Stampa
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