
Raid in via Salvagnoli. Il ladro non è riuscito a portare via nulla, ma ha fatto perdere le sue tracce. La rabbia del titolare: "I controlli sono calati rispetto a qualche anno fa"
È passata da poco la mezzanotte in via Salvagnoli, quando il silenzio è stato spezzato da un colpo violento contro una vetrina.
Il titolare della gioielleria Triscele, Francesco Locco, che abita di fronte al negozio, si è affacciato alla finestra per capire cosa stesse accadendo. Sotto i lampioni ha visto un uomo incappucciato, mentre sollevava un grosso blocco di cemento armato e lo scagliava contro il vetro antisfondamento del suo negozio.
Il colpo non è bastato ad aprirsi un varco, ma ha segnato profondamente l’intera vetrina, lasciando danni evidenti. “Per fortuna non è riuscito a entrare, ma le vetrine sono rovinate” racconta il commerciante. Il suo arrivo, insieme ai vicini richiamati dal rumore, ha fatto fuggire il giovane verso il negozio “Giocheria”. Pochi minuti dopo sono arrivati i carabinieri, che hanno tentato di intercettarlo senza riuscirci.
La denuncia è stata formalizzata questa mattina, ma Locco non nasconde la sua amarezza: “Alla fine resta tutto sulle nostre spalle. I danni rimangono e nessuno viene individuato.”
Il titolare della gioielleria spiega che non è la prima volta che la sua attività finisce nel mirino. L’anno scorso qualcuno ha provato a forzare la serratura della porta blindata e, sempre lo scorso aprile, un uomo è entrato nel negozio all’ora di chiusura puntandogli un coltello alla gola. “Da allora non riesco più a lavorare con la porta aperta. Tengo tutto chiuso a chiave, i clienti devono suonare per entrare”.
La situazione, secondo Locco, non riguarda solo la sua gioielleria. Anche altri negozi della zona nelle ultime ore avrebbero subito tentativi di effrazione. “Via Salvagnoli è sempre più isolata, qui il controllo delle forze dell’ordine si vede molto meno rispetto al passato”.
Il commerciante descrive un clima peggiorato nell’ultimo anno e mezzo, un periodo in cui percepisce un aumento dei furti e una diminuzione della presenza istituzionale nella zona.
“Non mi piace dire che Empoli è peggiorata, ma è evidente che qualcosa non funziona. Meno controlli, più aggressioni. Noi ci ritroviamo soli temo teme che, se la situazione non cambierà, molte attività del centro storico saranno costrette ad abbassare la saracinesca. Se i negozi chiudono, le città diventano più pericolose.”
“Le piccole attività sono il cuore dell’Italia – conclude il suo sfogo –. Se continuiamo così, molti di noi si chiederanno davvero perché restare aperti. E io, sinceramente, sto iniziando a chiedermelo anch’io”.
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