
Nel centenario dell'Opera Madonnina del Grappa l'intervista al Centro di formazione professionale a Firenze, che accoglie minori e adulti in difficoltà: "Siamo una famiglia"
Accoglienza e inclusione sociale, questa la missione di don Giulio Facibeni e dell'Opera Madonnina del Grappa, giunta al suo centenario dalla fondazione nel novembre 1924 a Firenze. Qui, dal 1951, porta avanti la formazione per minori e adulti, al Centro di formazione professionale don Giulio Facibeni, e ingresso nel mondo del lavoro.
"In cento anni sono avvenute tantissime cose nella storia dell’opera" racconta don Vincenzo Russo, presidente dell'Opera Madonnina del Grappa ospite su Radio Lady 97.7 insieme al direttore della scuola Antonella Randazzo. "Cambiano i contesti, cambiano le povertà. L’opera ha sempre dovuto rispondere ai problemi del momento. Parte da don Facibeni, che aveva una storia che lo legò alla vita dei bambini: quando tornò dal Monte Grappa, aveva avuto questa esperienza con i soldati che perdevano la vita e che affidavano a lui i propri figli. Al suo ritorno a Firenze iniziò l’impegno molto forte".
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Come pensava don Facibeni, "con un’istruzione e una formazione adeguata dai una dignità alle persone, la possibilità di costruire un futuro" spiega il direttore del Centro di formazione professionale Antonella Randazzo. "La cosa che un po’ ci contraddistingue è un concetto di fondo: tu non formi al lavoro la persona se prima non l’hai recuperata. Educazione e formazione vanno di pari passo" e ancora Randazzo pone l'accento sul "lavoro assiduo che parte da un’educazione per arrivare a una formazione specialistica. Il nostro lavoro è molto faticoso ma dà tanta soddisfazione, perché quando ti rendi conto che hai cambiato la prospettiva di vita a un ragazzo arrivato in condizioni di fragilità, che dopo un percorso anche lungo di 3 anni si è costruito una prospettiva di lavoro e anche di famiglia, questa cosa permette di superare le difficoltà quotidiane. Attualmente abbiamo a scuola 250 giovani minori che provengono da situazioni più disparate. La sfida sta nel far convivere tutte queste situazioni nella stessa classe".
Professori, educatori e educatrici lavorano ogni giorno con i ragazzi nei corsi di formazione, gratuiti e finalizzati al lavoro. E se il primo anno vanno convinti ad entrare in classe, sottolinea Randazzo, il secondo va meglio e "il terzo sono in famiglia. Dopo che si sono diplomati vengono a trovarci o se devono cambiare lavoro vengono a chiederci consiglio".
"Facibeni diceva che il problema educativo è complesso. Guai ridurre i fanciulli a numeri, a prepararsi alla vita in serie" ha aggiunto don Vincenzo. "La nostra scuola ha conservato questi principi, si può considerare una famiglia e lo diceva anche Facibeni".
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