
Il 26enne morì un anno fa durante una partita contro il Lanciotto (Campi Bisenzio). Ora la procura sta indagando per accertare possibili negligenze nelle visite medico-sportive e nella rapidità degli interventi di soccorso
Cardiomiopatia aritmogena. È quanto emerso dalla consulenza disposta dalla Procura di Firenze nell’inchiesta sulla morte di Mattia Giani, calciatore del Castelfiorentino United e originario di San Miniato, tragicamente scomparso lo scorso aprile a Campi Bisenzio dopo un malore durante una partita. La notizia è stata riportata dal quotidiano La Nazione.
Un male invisibile che ora è oggetto di accertamenti da parte di un pool di esperti che aveva già partecipato al caso sulla morte improvvisa di Davide Astori, capitano della Fiorentina deceduto per la stessa patologia di Giani. Oltre alla medico legale Beatrice Defraia, figurano nel gruppo il cardiologo torinese Fiorenzo Gaita, docente all’Università delle Molinette, e Cristina Basso, ordinaria all’Università di Padova e responsabile dell’Istituto di anatomia patologica, succeduta al professor Gaetano Thiene, il primo specialista a far luce sul caso Astori. La consulenza, che supera le duecento pagine, è frutto di oltre un anno di analisi approfondite.
L’inchiesta, affidata al pubblico ministero Alessandro Moffa, è ancora in corso e al momento senza indagati. La Procura dovrà accertare se la cardiopatia, asintomatica, avrebbe potuto essere diagnosticata prima, nel corso delle visite medico-sportive. Il giovane calciatore, che aveva militato anche nei settori giovanili di club professionistici, aveva sempre ottenuto regolarmente l’idoneità all’attività agonistica.
Un altro fattore, forse determinante, preso in considerazione durante le indagini riguarda la tempestività dei soccorsi in campo: al momento dell’incidente, sul terreno di gioco del Lanciotto non era presente né un medico in panchina né un’ambulanza. Giani fu defibrillato sul posto, ma morì poche ore dopo all’ospedale fiorentino di Careggi.
Le conclusioni della perizia tecnica, ora sotto esame anche del consulente nominato dalla famiglia Giani tramite l’avvocato Duccio Baglini, hanno messo in luce tante analogie tra i casi clinici di Giani e Astori. Proprio queste somiglianze hanno spinto il pm Moffa ad approfondire anche gli atti che portarono alla condanna (oggi definitiva) del professor Giorgio Galanti, ultimo medico a visitare il capitano viola prima della sua morte nel 2018.
A differenza di Astori, colpito nel sonno, Giani si accasciò improvvisamente al 14° minuto di gioco, dopo una corsa palla al piede e un tiro verso la porta. I compagni, inizialmente, pensarono a una ricaduta muscolare. Invece, la situazione precipitò rapidamente. L’ambulanza arrivò solo dopo 17 minuti, ma per Mattia non ci fu nulla da fare.
Una tragedia che, se non altro, ha portato a un cambiamento concreto: oggi, nei campionati di Eccellenza, senza medico o ambulanza presenti allo stadio, la partita non può cominciare.
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