Prevenzione contro gli incendi, incontro degli Amici dei Vigili del Fuoco di Empoli

Al Golf club Bellosguardo di Vinci, si è tenuto un incontro pubblico che ha messo al centro il valore della comunità, della prevenzione e dell’impegno civico. A introdurre l’appuntamento è stato Alessio Spinelli, già sindaco di Fucecchio, oggi consulente nello staff del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e, soprattutto, vice presidente dell’Associazione Amici dei Vigili del Fuoco di Empoli.

L’occasione è stata propizia per presentare e rilanciare le attività dell’associazione, nata per valorizzare e diffondere i principi che animano il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. “Nel sentire comune – ha detto Spinelli – i Vigili del Fuoco sono tra le istituzioni più amate. Quando c’è un’emergenza, si chiamano due figure: il sindaco o i Vigili del Fuoco. Questo legame va coltivato e rafforzato nel tempo”.

L’associazione, costituitasi ufficialmente il 24 ottobre 2024 e iscritta al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, conta 24 soci fondatori, tutti volontari. Tra questi ci sono ex vigili, simpatizzanti e semplici cittadini accomunati dalla volontà di promuovere buone pratiche, rispetto per l’ambiente, attività culturali e ricreative. “Siamo una ODV, un’organizzazione di volontariato che vuole essere un punto di riferimento per la cittadinanza, per divulgare regole semplici e utili alla convivenza civile”.

Proprio per questo, l’incontro ha visto la partecipazione del Comandante Regionale dei Vigili del Fuoco Marco Frezza e del dottor Rinaldo Lavecchia, specialista in geriatria, per offrire consigli pratici e accessibili, soprattutto in un periodo di caldo estremo come quello registrato nelle ultime settimane. “Ci sono ordinanze e leggi – ha spiegato Spinelli – ma non tutti le conoscono o le leggono. Serve una comunicazione più diretta e comprensibile. E chi meglio di professionisti competenti può farlo?”.

Durante il suo intervento, Spinelli ha voluto anche ricordare l’impegno dell’associazione nel promuovere sinergie tra istituzioni, cittadini e imprese, come dimostrato dai recenti incontri con europarlamentari e imprenditori sui fondi europei. Ma ha sottolineato, con umiltà e orgoglio, il valore della presenza: “Oggi ho firmato un giorno di ferie per essere qui, perché ci tengo. Un’associazione che, in maniera del tutto volontaria, si spende per gli altri, è un tassello fondamentale nel puzzle della nostra comunità”.

Infine, un ringraziamento speciale è andato al Presidente dell’associazione, il dottor Gioacchino Giomi – già Comandante Generale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco – e al dottor Paolo Morello, che insieme a Spinelli ricopre il ruolo di vice presidente.

Un incontro semplice, ma denso di significato, dove istituzioni, volontariato e cittadinanza si sono ritrovati uniti per una causa comune: costruire una società più consapevole, solidale e sicura.

Un momento di riflessione, confronto e divulgazione di buone pratiche

Frezza: «Ogni incendio è evitabile, se si ha cura della natura come della propria casa»

L’intervento di Marco Frezza è stato denso di spunti pratici e riflessioni profonde: «In Toscana si lavora bene. Sono 25 anni che questa regione è un modello virtuoso nella lotta agli incendi boschivi. L’anno scorso abbiamo avuto circa 200 incendi di bosco, che possono sembrare tanti ma sono molto meno rispetto ad altri anni. Tuttavia i dati ci dicono che gli incendi di vegetazione – compresi i piccoli roghi lungo le strade – sono stati circa 2000. E molti di questi sono evitabili, causati da distrazione».

Frezza ha ribadito la necessità di comportamenti responsabili: «La natura è casa nostra. Nessuno accenderebbe un fornello sotto una tenda o butterebbe una sigaretta sul divano: lo stesso va fatto nei boschi. Le sigarette gettate, i barbecue improvvisati, le macchine parcheggiate sull’erba secca sono pericoli concreti. La prevenzione parte da lì». E ha ricordato anche le conseguenze di pratiche contadine scorrette: «Ci sono stati casi in cui agricoltori hanno appiccato fuochi fuori dai tempi previsti e sono rimasti feriti tentando di spegnerli da soli. È fondamentale chiamare subito il 112, il numero unico d’emergenza, che attiva in automatico i Vigili del Fuoco, il 118, e se necessario le forze dell’ordine».

Lavecchia «Proteggere la natura è anche un dovere sanitario»

Il dottor Rinaldo Lavecchia ha aggiunto un punto di vista medico e umano alla discussione: «Il caldo estremo ha impatti fortissimi sulla salute, in particolare sugli anziani e sui fragili. Un incendio non è solo un evento ambientale: ha ricadute immediate su persone già vulnerabili. Ecco perché la prevenzione è anche una questione sanitaria».

La sinergia tra istituzioni, esperti, volontari e cittadini è, secondo Sergio Baviello, segretario dell’Associazione Amici dei Vigili del fuoco di Empoli la vera forza del sistema toscano: «Solo insieme si affrontano le emergenze, non da soli, e il lavoro fatto in Toscana ne è un esempio concreto».

Un appello all’unità e alla consapevolezza

«Dobbiamo far sapere alle persone che le regole non sono un fastidio – ha concluso Spinelli – ma un aiuto. E dobbiamo farlo con linguaggio semplice, vicino, comprensibile. Da qui nasce questa nostra iniziativa».

Il geriatra e le regole da seguire.

«Il caldo rappresenta un pericolo serio per una parte consistente della popolazione, perché può scatenare o riacutizzare diverse patologie, soprattutto nei soggetti fragili – spiega il dottor Lavecchia - . Il nostro corpo, è bene ricordarlo, è una macchina perfetta: attraverso la termoregolazione mantiene la temperatura interna tra i 36°C e i 37°C. Ma questi meccanismi, per quanto sofisticati, sono vulnerabili a esposizioni prolungate o temperature troppo elevate.

Ci difendiamo dal caldo con due meccanismi fondamentali: la sudorazione — che permette lo scambio termico tramite l’evaporazione del sudore — e la vasodilatazione periferica. Ma in alcune condizioni questi meccanismi si alterano, e allora l’esposizione al caldo diventa deleteria.

Il caso degli anziani

Prosegue il medico: «Un esempio che mi è molto caro è quello degli anziani – spiega ancora il geriatra - . Gli anziani spesso non avvertono la sete, e questo li espone a un rischio maggiore di disidratazione. La disidratazione, a sua volta, può peggiorare una malattia renale cronica, attivare uno scompenso cardiaco o determinare un abbassamento della pressione arteriosa con conseguenti cadute, confusione mentale e ricoveri. Inoltre, negli anziani è diffusa la cosiddetta polifarmacologia, cioè l’assunzione di molti farmaci contemporaneamente. Questo richiede attenzione: durante i mesi caldi può essere necessario ridurre i diuretici o rivedere la terapia antipertensiva, perché l’eccesso di farmaci può contribuire a una disidratazione ulteriore o a episodi di ipotensione».

L’anziano spesso è ipomobile, non riesce a mettersi al riparo dal caldo, e talvolta non ha nemmeno i mezzi economici per acquistare un ventilatore o usare un condizionatore. Anche la sola funzione di deumidificazione di un condizionatore può essere utile, perché l’umidità ostacola l’evaporazione del sudore e quindi la dispersione del calore corporeo.

Bambini, neonati e fasce deboli

Oltre agli anziani, anche i neonati e gli infanti sono categorie a rischio: non sono in grado di esprimere il loro disagio o chiedere acqua, e dipendono completamente dall’adulto. Per questo è fondamentale che la sanità pubblica sia proattiva e metta in atto misure preventive: chiedere agli anziani se hanno bevuto, monitorare i pazienti fragili, sensibilizzare le famiglie. Un gesto semplice può prevenire un ricovero.

Trend recenti: dai ricoveri alle richieste mediche

Negli ultimi giorni abbiamo registrato un incremento di circa il 10% degli accessi per problemi legati al caldo rispetto all’anno scorso. Non si tratta solo di anziani: anche molti giovani si sono rivolti ai medici per episodi di crampi muscolari, cefalea, spossatezza, spesso dovuti a squilibri idrosalini o a un'idratazione non correttamente compensata.

Tra le categorie esposte ci sono anche gli sportivi “improvvisati” e i lavoratori all’aperto, come i contadini o gli operai. Fortunatamente, per questi ultimi, le campagne di prevenzione e le ordinanze regionali che vietano il lavoro nelle ore più calde si sono rivelate efficaci. In alcuni casi si è adottata la turnazione notturna, come avviene in altri Paesi.

Errori da evitare

Gli errori più comuni? Non bere abbastanza, mangiare in modo pesante, vestirsi in modo inadatto o esporsi al sole nelle ore centrali. Le indicazioni sono ormai note: pasti leggeri ricchi di frutta e verdura, vestiti chiari e leggeri, evitare l’esposizione diretta nelle ore calde e usare, dove possibile, sistemi di raffrescamento.

Emergenze multiple: caldo, incendi, alluvioni

Il direttore regionale Frezza affronta anche la questione dell’organizzazione del corpo dei vigili del fuoco davanti alle nuove emergenze meteo. «Il cambiamento climatico non porta solo caldo. Due giorni fa parlavamo di incendi, e domenica eravamo a Sant'Ignano per un’alluvione. Lo stesso personale, con attrezzature diverse, si trova a passare in 24 ore da un intervento a un altro diametralmente opposto. Questo richiede una capacità di adattamento altissima, che ormai fa parte della normalità. In Toscana, la sinergia tra Protezione Civile, Vigili del Fuoco e volontariato è un’eccellenza. Quando c’è un evento, in poche ore arrivano volontari da ogni parte della regione grazie all’organizzazione centralizzata della Sala Operativa Regionale. I mezzi aerei, il coordinamento tra province, la presenza di un direttore delle operazioni indipendente dalla divisa che porta: tutto questo garantisce efficienza. Questa capacità di risposta è frutto di un lavoro iniziato già nel 2000 con l’attuazione della legge regionale. Non tutte le regioni d’Italia sono così organizzate, ma la Toscana è avanti: ha 25 anni di esperienza alle spalle».

Personale e specializzazioni: la sfida dell’organico

«Tuttavia – prosegue Frezza - , l’adattamento continuo e la complessità crescente delle emergenze pongono anche un tema: quello dell’organico. I Vigili del Fuoco non sono solo quelli che vediamo nei grandi mezzi rossi. Esistono i SAF (soccorsi in ambienti impervi), i fluviali, i NBCR (nucleare, biologico, chimico, radiologico), i tecnici per la stabilità strutturale, i cinofili. Ogni specializzazione richiede formazione, esperienza, mezzi. Ma il personale è quello che è, e non sempre è sufficiente.Ci vuole tempo per formare un vigile esperto, e ancora di più per formarlo in ambiti specifici. Le risorse sono limitate, ma l’ottimismo non manca. E la voglia di migliorare neppure».

Gioacchino Giomi, presidente dell'associazione «Amici dei Vigili del fuoco di Empoli»

«Durante la stagione estiva, purtroppo, il rischio di incendio, in particolare quelli di origine boschiva, aumenta notevolmente. L’incremento è dovuto alle alte temperature, alla prolungata siccità e alle condizioni di vento che favoriscono la propagazione delle fiamme. Questi eventi dimostrano quanto sia importante prestare la massima attenzione e adottare comportamenti responsabili per evitare che situazioni di questo tipo si verifichino».

«È quindi fondamentale che tutti si impegnino a rispettare alcune semplici, ma essenziali, regole di sicurezza: evitare di accendere fuochi all’aperto, soprattutto in zone a rischio, non gettare mozziconi di sigaretta a terra e in luoghi dove facilmente può innescarsi un incendio. Inoltre, è importante segnalare immediatamente ogni principio di incendio o situazione di pericolo, utilizzando il numero unico di emergenza 112, affinché i soccorsi possano intervenire tempestivamente. Ricordo che la collaborazione di ciascuno di noi rappresenta un elemento cruciale per la prevenzione e la gestione di emergenze di questo tipo».

«L’impegno civile di tutti è indispensabile per proteggere l’ambiente, preservare la fauna e garantire la sicurezza delle persone. Solo unendo le forze e mantenendo alta la consapevolezza sui rischi legati ai mesi più caldi, possiamo sperare di ridurre al minimo i danni e di affrontare con maggiore efficacia eventuali emergenze».

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